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Juventus, le colpe di Thiago Motta: c'è la sensazione di essere indietro nel percorso, cosa gli viene imputato
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STARE UNITI - Come abbiamo raccontato nelle ore immediatamente successive alla disfatta in Coppa Italia, dalla dirigenza bianconera non è mai filtrata la possibilità di salutare anzitempo Thiago. Anzi: ci si è trincerati dietro la volontà di proseguire il progetto, che resta pluriennale e che porta il volto di Cristiano Giuntoli come garante assoluto di affidabilità. "Le parole di Motta? Siamo in linea con quello che ha detto - la risposta del capo dell'area sportiva -. Un prestazione inaccettabile, ne è convinta squadra, allenatore e noi". Stare uniti come unica soluzione per affrontare il momento. E il futuro? E' futuro. Cioè si vedrà, perché dipenderà ancora da mille fattori, su tutti l'obiettivo Champions League.
CRESCITA - Scontato aggiungere come internamente le riflessioni siano comunque partite: fa parte della normalità delle cose all'interno di una società che non può non valutare tutto quello che è successo in un anno estremamente complicato, con un po' di alti ma altrettanti e più bassi. Non era la Juve che ci si aspettava a inizio anno, e alla fine una timida ammissione è arrivata pure da Giuntoli, sebbene si sia coscienziosamente nascosto anche dietro il numero di infortuni. Comunque, la sensazione generale è che - esattamente come la squadra - pure il tecnico debba osservare un percorso di crescita, e non a discapito dei risultati. A Motta è stato dato persino il tempo di sbagliare. Semplicemente, ora non ne ha più.
PERPLESSITA' - In particolare, a Thiago sono state imputate due situazioni particolari. La prima: questa squadra non è riuscita a reggere fisicamente tutti gli impegni che ha presentato una stagione totalmente anomala ma comunque ampiamente prevedibile nelle dinamiche e nelle difficoltà. La seconda: perché insistere con determinati giocatori anche quando era evidente che non riuscissero a dare nulla? Il caso Koopmeiners è totalmente emblematico. Il caso Nico Gonzalez lo stesso. La gestione di Vlahovic ha lasciato più di una perplessità.
COSA SERVE PER RESTARE - Situazioni che van prese anche un po' così, come dei test falliti, con la speranza che l'esperienza poi sia evidentemente portatrice sana di soluzioni per il futuro. A Motta, ad ogni modo, non basterà il quarto posto per avere la certezza di rimanere pure il prossimo anno sulla panchina bianconera: la Juventus non si sente più in linea con quanto preventivato a inizio stagione, si sente indietro e si sente naturalmente delusa. Servirà convincere tutti che questa squadra sia ancora salda, nelle sue mani. In bocca al lupo...
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quante cazzate. La squadra non è migliorata IN NIENTE, anzi è peggiorata. Siamo fuori da tutto i...