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Laziomania: a Verona Sarri ha ragione, e voi avete torto
ESPERIENZA - Questa è l’esperienza che tante squadre impegnate su più fronti fanno e faranno e hanno fatto: perdere caterve di punti dopo aver giocato di mercoledì, di giovedì. La Lazio gioca male contro la Juve, ma l’impegno c’è. E si sa, questa rosa dobbiamo guardarla con obiettività: ha difficoltà storica nel giocare su più fronti, specialmente a livello mentale. Ok, fisicamente pure, ma il mister nemmeno finisce i cambi, quindi riteneva che i suoi ci fossero. Nella fanghiglia in cui l’Hellas prova a trasformare la partita, muscolare, forte, solida sabbia mobile, la Lazio prova a fare cose pratiche, palleggia a tratti molto velocemente, mette sotto i padroni di casa per lunghe parti della gara. In questo momento, diciamocelo, il reale valore della rosa ci dice che la Lazio è spuntata: ad Immobile mancano i minuti, i movimenti, le sembianze di quello che era pre-infortunio. Tutto normale, deve recuperare gli dice pure male, ma in generale fa una partita in ombra. E negli ultimi 20 metri molte cose girano male, altrimenti la Lazio magari poteva uscirne meglio. Quando si prende gol come lo prende la Lazio il tema è sempre di colpevolezza della difesa, un gol sciocco, per un fallo sciocco di Pedro. Peccato, perché proprio lo spagnolo fa una cosa pazzesca, sbloccando il risultato con quel tipo di giocata che ci aspettiamo da questo campione incredibile. Tutta esperienza, un punto che poteva non esserci, o poteva essere triplicato.
IMPRESSIONI DI PARTITA - Per tutta la partita ho avuto la netta sensazione che la Lazio potesse vincerla, perderla, pareggiarla, che il Verona la volesse portare a casa e poi pareggiarla e ad un certo punto con malizia e furbizia l’abbia frammentata, spezzettata, anche grazie ad un arbitraggio bolso. Per tutta la partita ho avuto l’impressione che la Lazio sia stata a tratti imprecisa, sciocca, ma nello stesso tempo ci abbia provato. Non sono d’accordo con chi dice, e ne ho letti e sentiti, che questa squadra ha avuto un approccio sbagliato, ha giocato male e non è questo il modo. In questo tipo di calcio, con questo reale valore della rosa, che va poco oltre i titolari, è questo il modo. Sarri poteva cambiare e mettere Lazzari? Certo, ma si sarebbe trovato davanti Doig che è grosso il doppio, muscoloso il doppio, e ha premuto dall’inizio alla fine. Avrebbe potuto provare prima a cambiare uno stanco e opaco Cataldi? Certo, poteva pure levare prima Immobile e magari consacrarsi alle Clarisse di clausura, ma non l’ha fatto. Il problema, e lo sapete e lo sappiamo, è che di alternative vere non ce ne sono tante. E che ogni 3 giorni questa è la Lazio, e anzi, per gli standard post turno infrasettimanale questa Lazio ha remato, ha nuotato controcorrente, si è opposta ad una giornata che poteva essere davvero molto storta. Questo è il valore di questa squadra, senza guardare la classifica: è diventata una squadra che fa punti dove prima cadeva male.
IL REALE VALORE - Il reale valore di questa rosa è questo: è una squadra che sta facendo bene, che è nelle posizioni giuste, che non ha la cattiveria per finire più in alto perché psicologicamente va cosi cosi ed è meno attrezzata di altre squadre. Non dobbiamo mentirci, ma dobbiamo dare onore al merito: a febbraio siamo dove dovremmo essere, abbiamo buttato punti ma praticamente, a parte il Napoli, lo stanno facendo e lo hanno fatto tutti. Per la Champions ci siamo, ora la partita è quella contro l’Atalanta, e sarà sanguinaria e una specie di battaglia campale, perché loro sono così. E noi pure, se vogliamo mantenere questa classifica, queste ambizioni, e non naufragare come forse vorrebbero alcuni ipercritici, dobbiamo fare una gara da uomini. Anche nuotando controcorrente come a Verona, se serve. E servirà, eccome se servirà.