Laziomania: Lotito fa calare il silenzio sulla protesta, ma ora servono certezze e non scommesse. L'esempio di Napoli e Atalanta
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UNA MANIFESTAZIONE PACIFICA - La Curva Nord, tifo organizzato biancoceleste, aveva annunciato la più grande manifestazione di dissenso mai avvenuta nell'ambiente sportivo romano”. E la risposta dei tifosi è stata di quelle importanti. Un corteo pacifico in cui il popolo laziale ha voluto ribadire il proprio dissenso nei confronti di un continuo ridimensionamento della squadra e dell’incapacità di poter sognare trofei. Gli addii di tanti big (da Milinkovic-Savic nella passata stagione a Luis Alberto e Felipe Anderson negli ultimi giorni) e le dimissioni di Sarri prima e Tudor poi nel giro di pochi mesi hanno spinto i tifosi a scendere in piazzo contro Lotito. Una manifestazione pacifica, con tanti di cori e striscioni, all’insegna di uno slogan: “Libera la Lazio”. Un messaggio forte e chiaro di una piazza che vorrebbe una proprietà ambiziosa, in grado di poter crescere e riportare il club a lottare con le grandi del nord - con i fatti e non solo a parole - per lo Scudetto e per le posizioni di vertice, oltre a una partecipazione costante alla Champions League e non sporadica e casuale.
I TENTATIVI DI LOTITO E IL MESSAGGIO ALLE ISTITUZIONI - Il presidente Lotito ha provato prima a ‘boicottare’ e poi a far passare in sordina la manifestazione che ha coinvolto circa 15 mila laziali. Il patron ha prima parlato di corteo senza il via libera delle istituzione e poi di “soliti” contestatori, oggi, all’indomani del sit-in, ai microfoni de’ Il Messaggero. Tentativi che dimostrano quanto le iniziative pacifiche dei tifosi della Lazio possano inficiare la tranquillità del numero uno nella gestione di una società. Se davvero a questa iniziativa dovessero farne seguito altri, allora i tifosi della Lazio potrebbero tentare di scalfire il muro eretto da Lotito, che stando alle dichiarazioni dei giorni scorsi non ci pensa proprio a lasciare la Lazio ma al contrario vorrebbe lasciarla al figlio Enrico, già nel quadro dirigenziale del club. L’unico modo per il popolo biancoceleste per esprimere il proprio dissenso e far arrivare il messaggio non solo al presidente e alla società, ma anche alle istituzioni politiche e sportive per provare a cambiare le cose.
IL BENE SUO O DELLA LAZIO? - Davanti ad una manifestazione come quella andata in scena ieri, in cui i tifosi della Lazio hanno preso posizione nettamente, il presidente della Lazio dovrebbe interrogarsi sul presente e sul futuro. Due decenni di gestione rappresentano un periodo sufficiente per valutare le proprie possibilità e fin dove è possibile alzare l’asticella. E Lotito ha dimostrato in questo periodo di voler galleggiare in una zona medio-alta, senza però fare il grande salto, per scelta. I casi Napoli e Atalanta sono emblematici in termini di progetto, ambizione e gestione societaria e confermano la volontà di non voler alzare l’asticella da parte della proprietà del club biancoceleste. Le ultime vicende con le dimissioni di due allenatori in poco più di due mesi e gli addii di giocatori chiave sono solamente gli ultimi capitoli di una storia vista e rivista. A questo punto tocca a Lotito fermarsi a riflettere se andare avanti per interessi personali o fare un passo indietro e ascoltare la richiesta di una tifoseria che ha smesso di sognare e che vorrebbe tornare a farlo. Una cessione della società che potrebbe segnare la fine di un’era e una definitiva tregua tra le parti, per salutarsi con un compromesso.
PANCHINA E MERCATO - Nel frattempo è arrivata l’ufficialità di Baroni mentre i nomi citati da radio mercato non scaldano la piazza. Il tecnico ex Verona rappresentava la scelta più low cost soprattutto in termini di mercato e non a caso la proprietà ha puntato su di lui. Sarà il campo, il giudice supremo, a parlare e la speranza dei tifosi della Lazio è quella di essere smentiti, ma le scelte della proprietà sono ancora indirizzate totalmente verso giovani di belle speranze e poco esperienza, il solito rischio, e non calciatori affermati e garanzie di salto di qualità. Tchaouna e Stengs sono senza dubbio calciatori interessanti, ma per sostituire Felipe Anderson e Luis Alberto servirebbero elementi di tutt’altra caratura. Scommesse e non certezze, quelle di cui la Lazio avrebbe bisogno dopo l’ennesima stagione deludente della gestione Lotito.