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    Laziomania: il capolavoro di Sarri a Napoli con gli scarti di Inter e Milan

    Laziomania: il capolavoro di Sarri a Napoli con gli scarti di Inter e Milan

    • Luca Capriotti
    Ora di andare a dormire, dice Sarri quando gli dicono della Lazio seconda, della Champions. Ma non partiamo da qui, ma dalla partita, o meglio dal prepartita: la scelta perfetta di Sarri, Vecino come play al posto di Cataldi. Tutti a chiedersi, e poi a dirsi: si chiude Sarri. Si va a chiudere con fisicità e dinamismo. La scelta Vecino è stata simbolica: la Lazio fa una partita coraggiosa, matura, attenta, muscolare, e ha costretto il Napoli, in casa sua, a giocare sporco, a sbagliare tanto. La Lazio la vince sulla lavagna di Sarri non per il super gol, la staffilata veloce, ma per la scelta che ha cambiato la geografia intera dell’incontro.

    PAZIENZA - Micro dettagli, la Lazio corta e compatta intasa le vene del gioco della migliore squadra d’Italia, una delle migliori d’Europa. La Lazio sa ripiegare, è un blocco di squadra granitico. Questa partita di abnegazione riduce il Napoli a fare una partitaccia, forse la peggiore al Maradona. 

    In una partita difficile, in cui, oltre ai micro-dettagli, si è andati a giocare nei micro-fazzoletti concessi dal Napoli, alla prima vera occasione nel secondo tempo la Lazio fa all-in. Già Vecino, ex di Spalletti, aveva rischiato di portare in vantaggio la Lazio nel primo tempo. Proprio Vecino: il centrocampista è tornato opaco da un Mondiale brutto, per lui e per l’Uruguay, sembrava uno su cui non si poteva puntare. Proprio nel momento forse peggiore della stagione, per il resto ottima, di Danilo Cataldi, Vecino da play si riprende centralità non solo di posizione ma per giocate decisive, capacità di chiudere le linee e alzare il livello della tenacia, della mentalità. Ha schermato, insieme a Romagnoli e Patric, perfino Osimhen, contribuendo alla perfetta tenuta difensiva stagna della squadra di Sarri. Ha creduto fino in fondo. 

    MENTALITÁ - In un secondo tempo più complicato, dopo aver infilato il Napoli nelle sabbie mobili, la Lazio richiede sacrifico massimo ai suoi giocatori più cristallini e puri, più talentuosi. Il talento è solo una parola se non si concretizza in gesti deliziosi, ma è solo ornamento se non si associa a sacrificio e voglia di aiutare. Zaccagni + Felipe Anderson a volte fanno quasi i doppi terzini, Immobile fa il mediano centravanti, ma fanno impressione Luis Alberto e Milinkovic Savic, che vanno da attaccare i centrali difensivi (uno dei capisaldi della prima aggressione Sarrista) senza alcuna speranza di prenderla, solo per innescare una prima e seria pressione sul giro palla avversario. Serietà: se non viene fatta seriamente, questa mossa è del tutto inutile. Se non viene affrontato con massima serietà, il Napoli ti fa fare una brutta figura. Questa è mentalità, questa è fede: voglia di seguire fino in fondo i dettami di Sarri, anche snaturalizzandosi per non fare la vittima. Fede. La Lazio certifica che sta facendo un miracolo, che Sarri sta facendo il miracolo. Se questa rosa non è da Champions per profondità e tenuta assoluta e cilindrata mentale, lo è invece se crede in un miracolo assoluto, per fede.

    SCENARI - Sul campionato, è chiaro che questa deve essere una mano per rinfrancare lo spirito di questa squadra, aiutarla a crederci, a vivere meglio un 2023 iniziato male, che poi è riuscita a raddrizzare piano piano. Contro la Samp la Lazio non meritava di vincere: dobbiamo dircelo, sennò non ne usciamo. Per andare in Champions servono 73 punti, dice Allegri. Ma io sto con Sarri: la classifica conta poco, perfino vincere al Maradona serve a poco se non ci si mette sacrosanta continuità, se non si procede a tentoni, partita dopo partita, ostacolo dopo ostacolo. Sono le partite contro le Sampdorie che vanno demolite subito, affrontate con la giusta testa e la giusta superiorità. Ci vuole fede per la vita e le partite di tutti i giorni, non per le maxi giornate e le grandi partite che già innescano motivazione, mentalità e forza.

    CROCEVIA - Questa sconfitta aprirà un periodo complesso per il Napoli? A parte una certa lentezza nel primo tempo e l’incapacità di sfruttare gli spazi dietro le mezzale (e i pochi cambi di campo), la squadra di Spalletti, non dimentichiamolo, perde per un eurogol. Non si arriva a creare questo fossato dalla seconda con una tenuta mentale risibile: per Spalletti potrebbe essere una scusa per alzare ancora più il livello della tensione, della concentrazione, dell’attenzione. Mentalità: questa partita non può e non deve distruggere il morale del Napoli, e non deve essere un punto di arrivo per la Lazio. Fede: crederci, fino in fondo, è l’unico modo per raggiungere scenari ed  obiettivi incredibili e inaspettati. Lo Scudetto, o la Champions che siano. Siccome la fede non è una roba scontata, ma si ottiene con una lunga costruzione, è stata anche la partita di Sarri, l’ennesima, in una città che ne ha fatto un altare e lo ha abbattuto. Fede: proprio qui, a Napoli, proprio lui, Sarri. Mentalità: ci sono alcuni momenti nella vita, in cui tutto il passato e tutto il presente e tutto il futuro si fondono in un solo momento. Il tiro di Vecino, alla Capitan Tsubasa è un momento di questi. Ce ne ricorderemo, o il tempo lo cancellerà? Fede: entrambe le squadre, per motivi diversi, puntano su orizzonti diversi: che altri eventi lo cancellino, che sia architrave decisiva del resto del campionato.

    FEDE - Fede in Sarri, fede in questa corsa pazza e folle, fede in questi ragazzi che non solo giocano un bel calcio, ma sanno soffrire, sanno sorprendere per cuore e mentalità e sanno fare 3 punti di peso, contro una squadra che sta distruggendo questo campionato. L’altissimo livello della Lazio contro il Napoli è una forte iniezione di fiducia. Il problema è trovare la continuità, dice Sarri, perché questi colpi la Lazio ogni tanto li spara. La grandezza di Sarri credo sia questo: mastica e bofonchia perfino quando vince contro la straprima a Napoli, perché vuole di più. E questa è la mentalità, su questa testa e anima toscana si può avere fede che possono riuscirci, che possiamo riuscirci. Sarebbe ora di andare a dormire, di riposarsi in questo weekend, per chi ci riesce.

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