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Lazio sotto accusa: rimonte croniche e poca umiltà, i tifosi sono spazientiti
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SCUSE - "Altre volte è stata colpa nostra, questa no", è il pensiero del tecnico dopo l'1-1 in Hellas-Lazio. Tesi discutibile, perché se gli episodi arbitrali sono stati a sfavore (tardiva l'espulsione di Duda, veniale il contatto sul gol annullato a Casale, ndr), gli errori individuali sono evidenti sul gol del pari. Provedel interviene male - come era già successo a Salerno, in un'altra rimonta subita, costata 3 punti e non solo 2 come ieri - e Henry è tutto solo in mezzo all'area piccola. "Dobbiamo essere più furbi", ha detto Zaccagni. E prima di lui, anche con altre parole altrettanto ovvie, lo avevano ripetuto ogni volta, a turno, tutti quelli interpellati per spiegare il motivo per cui le partite non vengono chiuse prima e perché si subiscono tutte queste rimonte. Dal tecnico ai calciatori sono arrivate invece solo scuse, che il pubblico non è più disposto ad accettare.
CARATTERE - Anche la giustificazione dei limiti caratteriali comincia a scricchiolare (già da un po' per la verità). Perché contro le big l'anno scorso sono arrivate solo due rimonte (Napoli e Inter) subite e quest'anno le prestazioni in Europa - Rotterdam a parte - sono state tutte convincenti (al netto dei problemi realizzativi in zona offensiva). Anzi, a Glasgow è stata addirittura la Lazio a ribaltare la partita. Inoltre anche questa estate sono arrivati diversi giocatori nuovi. Sta diventando sempre più difficile credere che nessun nuovo acquisto negli ultimi 3 mercati abbia apportato quel pizzico di carattere in più nello spogliatoio. Piuttosto si sta diffondendo la convinzione che in molti, soprattutto tra gli uomini chiave della rosa, scendano in campo con supponenza e superficialità. Secondo Sarri è un atteggiamento inconscio, che i giocatori assumono sentendosi tranquilli del vantaggio acquisito. Da fuori invece a molti appare sempre più come un comportamento naturale. Ed è proprio questo a frustrare di più i sostenitori biancocelesti, arrivati addirittura a fischiare i propri beniamini dopo una vittoria (col Cagliari la settimana scorsa) e ieri di nuovo furiosi con la squadra sotto il settore ospiti. Sui social più che di "carenze di personalità", si parla ormai apertamente di "mancanza di dignità". Per qualcuno insomma, invece di cantare il classico "fuori le p***e", ai calciatori biancocelesti andrebbe urlato di "abbassare la cresta".