La sostituzione di Vlahovic e la squadra troppo fragile: la Juventus di Motta è diversa da ciò che doveva essere
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LA SCELTA - Di bocciatura si è trattata, sì. Non era una scelta legata al futuro, non era una scelta legata alle condizioni fisiche. Era una scelta legata semplicemente a ciò che Motta stava vedendo durante la partita. E non gli piaceva, non gli era proprio andato giù quel poco lavoro in pressione. "I cambi? Li rifarei, prendi le decisioni in funzione di come vedi la squadra", ha spiegato l'allenatore. Aggiungendo: a volte va bene, a volte va male. Sempre però è il risultato l'ultimo giudice, e il fatto che la Juve abbia perso tutto in 5 minuti dimostra quanta fragilità ci fosse in un gruppo privato pure del suo capitano e scombussolato da una rivoluzione importante, decisiva, ma quanto realmente necessaria?
COSA SUCCEDE - Necessaria lo è stata per questioni economiche, le stesse che hanno allontanato Danilo dal bianconero e che potrebbero allontanare ulteriormente Vlahovic da Torino. Con gli alti e i bassi delle prestazioni, naturalmente, Dusan non si sta costruendo alcunché rispetto al nuovo accordo, che potenzialmente verrà ridiscusso soltanto a febbraio, quando è previsto un nuovo meeting tra Giuntoli e l'agente di DV9. Al momento, le probabilità che si strappi un accordo non sono alte. Nient'affatto. Sono anzi un riflesso di quello che è la Juventus in questo momento: in perenne attesa, e nel mentre una vita vissuta nel caos. In bocca al lupo a chi dovrà sbrogliare la matassa.
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