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Juve: una nuova realtà, chi non lo capisce 'è fuori'. Da Paredes in poi: chi rischia
CHI NON SE LA SENTE – Anche i fattori esterni, che sono tanti e pesanti, non possono trasformarsi in alibi per la squadra. Non lo accetta Allegri: “Io so solo una cosa, che noi dobbiamo pensare solo a lavorare sul campo, chi non è in grado di fare questo è normale che stia fuori”. Parole chiare e pesanti. Che rimandano anche alle scelte con il Monza. Perché finora le formazioni sono state anche figlie dell'emergenza, c'è sempre stato bisogno di tutti, ma qualche bocciatura appare evidente. La formazione schierata col Monza è stata sbagliata sotto ogni punto di vista, l'errore in tal caso è di Allegri che per l'appunto ha ammesso che se fosse stato possibile avrebbe sostituito pure se stesso oltre che tutti e undici i giocatori. L'intervallo poi ha emesso qualche sentenza, altre arriveranno nei prossimi giorni. Se per Kostic è una questione di condizione e per Fagioli è stata anche tattica (ma in caso di abbondanza è sempre stato il primo degli esclusi), per Paredes la sentenza sembra senz'appello: titolare dopo diverso tempo, dura appena 45 minuti più recupero, tutti fallimentari. È il campione del Mondo il simbolo di chi non ha mantenuto le aspettative. E pure Kean sembra aver fallito l'ennesima occasione, il piano anche dopo l'intervallo prevedeva il doppio ingresso di Vlahovic e Pogba a ridosso del 70', la sua pessima prestazione ha costretto Allegri a forzare un altro cambio sostituendolo con Milik. Non che si salvi nessuno da questa partita, anche se nuovamente alcuni non si sono dimostrati più (vedi De Sciglio) o ancora (vedi Gatti) all'altezza. Sarà però soprattutto una questione di testa e personalità, d'ora in poi a maggior ragione. La Juve è precipitata in una nuova dimensione. E chi non è in grado di capirla, dando tutto solo sul campo per la squadra, “è normale che stia fuori”.