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    Kean e il pensiero di Allegri: "E' più forte di Vlahovic". Ora segna come il serbo della Juventus

    Kean e il pensiero di Allegri: "E' più forte di Vlahovic". Ora segna come il serbo della Juventus

    • Federico Zanon
    Una certezza. Moise Kean a Firenze è rinato, è tornato a essere l'attaccante che qualche anno fa mezz'Europa desiderava. Merito di Raffaele Palladino, che lo voleva lo scorso gennaio a Monza, che ha fatto tutto il possibile per convincere il patron della Fiorentina Rocco Commisso ad acquistarlo dalla Juventus. Detto fatto, la punta classe 2000 è sbarcato la scorsa estate sotto la cupola del Brunelleschi per 13 milioni di euro, pagabili in quattro esercizi, oltre a premi variabili fino a un massimo di 5 milioni di euro, un investimento importante, per un giocatore che ha vissuto l'ultimo biennio sull'altalena, che in viola, dove è amato e coccolato, è tornato a splendere.

    In questa prima parte di stagione la punta passata da Everton e Paris Saint-Germain ha già segnato 8 gol in 13 partite, 5 in campionato e 3 in Conference League, tra qualificazioni e fase a gironi. Gli stessi realizzati da Dusan Vlahovic (6 in campionato e 2 in Champions League), del quale l'anno scorso, con Allegri in panchina, era un backup. La Juve, che tolto l'infortunato Milik non ha un 9 che possa essere un'alternativa al serbo, l'ha venduto per fare cassa, per la gioia della Fiorentina, della quale è diventato un punto di riferimento, un leader, un cecchino sottoporta.

    Con Allegri ancora sulla panchina della Juventus Kean sarebbe rimasto in bianconero? Il calcio è concreto, non astratto, ma di certo il tecnico livornese aveva grande considerazione dell'attaccante di Vercelli. Tanto da ritenerlo più forte di Vlahovic, Parola di Massimo Orlando, ex calciatore della Fiorentina, che a Toscana Tv,  qualche giorno fa, si era espresso così: “Allegri mi aveva detto che Kean era più forte di Vlahovic“. A volte per rendere al meglio è necessario trovare l'ambiente giusto. Firenze è l'habitat ideale per Kean, per la gioia di Palladino e di Spalletti. Con lui e Retegui l'attacco della Nazionale è in buone mani.

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