
Heysel, parla un sopravvissuto: 'Una porta arrugginita unica via di fuga'
TRAGEDIA ANNUNCIATA - "Si respirava un clima di festa, eppure un paio di cose mi trasmisero sensazioni bruttissime. Nel grande parco davanti all’Heysel sciamavano gruppi di inglesi già ubriachi. E la struttura mi apparve subito inadeguata: l’ingresso del nostro settore era una porticina rugginosa. Ci sistemammo lungo la scalinata centrale. Ricordo i gradoni fatiscenti, i sorrisi delle persone attorno e le bandiere della Juve, però mi inquietava quell’onda rossa che diventava sempre più gonfia e minacciosa: i tifosi del Liverpool urlavano e spingevano, lanciavano sassi e bottiglie rotte, guardavo dalla loro parte e li vedevo sempre più vicini. Entrò in campo Grobbelaar, afferrai la macchina fotografica e cominciai a scattare. Vidi che erano le 18.50, la strage si consumò poco dopo. Grida e rumore. Paura e affanno. Gli hooligans entrarono tutti insieme nel nostro settore, l’onda rossa tracimò e travolse tutto: mi mancava l’aria, non avevo voce per gridare aiuto, mi sentii spinto in avanti e sballottato, calca e dolore, poi soltanto buio".