Fiorentina, la ferita di Biraghi valeva il 3-0 a tavolino? Cosa dice il regolamento
Redazione CM
Gli otto punti sulla nuca rimediati da Cristiano Biraghi in finale di Conference League contro il West Ham hanno fatto molto discutere, non soltanto per il gesto vergognoso, ma anche per la decisione del direttore di gara. Tra le questioni affrontate anche quella dell’interruzione della partita e del 3-0 a tavolino, provvedimenti su cui l’arbitro Del Cerro Grande, da norma, non può nulla. È la Commissione Disciplinare Uefa a decidere. Andiamo quindi a spulciare il regolamento. Tra i casi in cui i club devono rispondere delle azioni della tifoseria c’è anche “il lancio di oggetti che possa mettere in pericolo l’integrità fisica di altri presenti alla partita o pregiudicarne lo svolgimento”. Tuttavia, dovrebbe venirsi a creare anche un’altra condizione, ossia l’impossibilità dell’arbitro di riprendere il gioco. Questo, ieri sera all’Eden Arena, non è accaduto. Il paradosso è che Biraghi, per sperare in un 3-0 a tavolino, avrebbe dovuto accentuare il dolore, invece è stato “colpevole” di essersi grintosamente rialzato. Per dare un’idea del modo in cui viene messo in pratica il regolamento, prendiamo in esame un caso simile: il famoso petardo in testa a Dida nel derby di Milano del 2004-2005. In quel caso le autorità capiscono che la situazione non può avere seguito e inoltre il brasiliano resta a terra. Per questo motivo, viene assegnato il 3-0 a tavolino ai rossoneri. In sostanza, il West Ham al momento rischia solo una pesante sanzione pecuniaria e la squalifica del campo nella prossima edizione dell’Europa League. Un caso simile, alla Fiorentina, è capitato nella stessa competizione contro il Sivasspor, in Turchia. Alessandro Bianco riceve un pugno in faccia da un invasore di campo della squadra di casa. Il calciatore rimedia la frattura del setto nasale. Per i turchi è arrivata una dura sanzione, più l’impossibilità di andare allo stadio per una giornata per i tifosi.