
Da Chiesa a Comuzzo, perché il Milan ha deciso di comprare giocatori italiani
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"Riportare il Milan dove merita di stare" è il Cardinale-pensiero, promosso e sponsorizzato anche da Ibrahimovic, per rialzarsi da una stagione sulle montagne russe, nella quale le delusioni hanno di gran lunga superato le gioie, in società cresce la consapevolezza che sia necessario far crescere la presenza di giocatori italiani. Non solo per una questione di liste, per la Serie A ed eventualmente per l'Europa. Serve un blocco a tinte azzurre per creare spirito di appartenenza, per far crescere mentalità e voglia di non mollare mai. Un zoccolo duro di italiani che sa già cosa vuol dire lottare per vincere lo Scudetto, che possa trasmetterlo anche agli stranieri, che hanno bisogno di tempo per ambientarsi e prendere le misure con un calcio completamente nuovo ed esigente. Tutte qualità che aveva, per esempio, Sandro Tonali.
Il centrocampista di Spalletti è stato ceduto al Newcastle nel 2023 per fare cassa, per impostare un altro tipo di mercato, profondamente legato ai benefici fiscali derivanti dal Decreto Crescita. Con l'insediamento del governo Meloni, dall'1 gennaio 2024 le società professionistiche italiane non hanno più potuto usufruire di questa tassazione agevolata sul reddito dal 45% a circa il 25%, che si applicava agli stipendi superiori al milione di euro. Per questo oggi acquistare giocatori provenienti dall'estero non è più conveniente come un tempo, non è più vantaggioso dal punto di vista economico.
Come riporta Calcio e Finanza se non vi sono dubbi del fatto che il Decreto Crescita ha favorito l’ingresso in Italia di molti calciatori stranieri, è pur vero che nell’ultima sessione di calciomercato la mancanza del regime di favore non ha certamente ridotto il trend. Come sottolineato dall’attuale Presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli "Nella stagione 2024-25 la percentuale degli stranieri utilizzati è salita al 67,2% rispetto al 63,9% della precedente. In realtà ha semplicemente inciso sulla qualità dei nuovi arrivi dall’estero, abbassandone il livello; dall’altra parte è stata ridotta la capacità dei nostri club di offrire stipendi adeguati ai fuoriclasse stranieri".
Di fatto nelle ultime finestre di mercato non sono diminuiti gli arrivi dei calciatori stranieri, ma c'è stato un impoverimento tecnico ed economico per i club e per il settore nel suo complesso. Comprare dall'estero solo per risparmiare non ha grande senso, se i grandi campioni stranieri non sono più facilmente raggiungibili, tanto vale puntare sui giocatori italiani. Che non hanno bisogno di adattarsi, che sanno cosa vuol dire giocare in Serie A, con tutte le ambizioni e le pressioni del caso. Inter e Napoli lo stanno dimostrando, avere italiani in rosa fa la differenza. Non è un caso che il Milan ora stia valutando profili come Chiesa, Comuzzo o Ricci.
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Ha deciso di provare a ricomprare giocatori italiani