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    Lazio-Roma, il derby di Romagnoli e Pellegrini: "Nun fa er pajaccio". "Ma vedi d'annatene va"

    Lazio-Roma, il derby di Romagnoli e Pellegrini: "Nun fa er pajaccio". "Ma vedi d'annatene va"

    • Davide Bernardi
      Davide Bernardi
    Per spettacolo sugli spalti, atmosfera e capienza dello stadio, il derby di Roma, in Italia non ha eguali. E’ una di quelle partita in cui ti rendi conto di star facendo parte di una serata differente e la prima immagine che catturo di questo derby è Antonio Candreva, che con la Lazio di derby ne ha vinti e persi, che si vive tutto il pre-partita sotto la nord. A metà tra la curva e il campo, in un limbo emotivo che a un certo punto, quando manca pochissimo al fischio d'inizio, le squadre sono rientrate e le coreografie sono già state esposte, lo portano ad appoggiarsi ai tabelloni pubblicitari, guardando il campo: adrenalina e nostalgia. 

    La partita è bruttina, soprattutto nel primo tempo. In generale si giocano solo 49 minuti effettivi sui 96 complessivi. La media in serie A è di 54 giocati a partita, ne mancano 5 all'appello, perché a ogni contatto sono discorsi.
    Paredes si prende un giallo ingenuo dopo pochi minuti per un buffetto a Zaccagni, Castellanos a Sozza dice che è rosso, Guendouzi mima una gomitata e Rovella parla di mani in faccia che "non si può fare". 

    E’ una partita spigolosa, difficile da giocare e difficile da arbitrare, ma Sozza punta sempre sul dialogo, perché Lazio e Roma hanno tanto da perdere e quindi ogni occasione è buona per provare a prendere un vantaggio. 

    Romagnoli accentua una spallata di Dovbyk e all'arbitro, da terra, dice: ma non vedi che mi viene addosso?
    Lorenzo Pellegrini ha visto la natura del contatto e dà vita un derby romanesco dentro il derby romano: "Nun fa er pajaccio, nun fa er pajaccio". "Ma vedi d'annatene va", gli risponde quell'altro. 

    In panchina Ranieri è molto più "coinvolto" del solito, nel senso che abbandona spesso la sua posa a braccia conserte per correggere la propria squadra. Un po' a sorpresa l'ha schierata 4-1-4-1, ma la vede bloccata dietro, che non riesce a ripartire, per questo confrontandosi con un suo collaboratore, si sfoga: "SIAMO TROPPO… C’ABBIAMO PAURA DI SALIRE, C’ABBIAMO PAURA DI FA' TUTTO”. 
    E ancora: “MA DOBBIAMO GIOCARE IN AVANTI”. 

    La Roma rimane bassa e le volte che sale qualche metro, finisce per rigiocarla all'indietro: ogni volta per Ranieri è un caffè salato. 

    Ranieri, come spesso accade, vede le cose prima e sulla punizione che porta all'1-0 di Romagnoli, urla a Cristante di stare attenti al: "Blocco, Bryan il blocco". Non serve a nulla, perché 3 secondi dopo Romagnoli è già a festeggiare sotto la curva, mentre Luca Pellegrini, l'assistman, è saltato addosso a Baroni. Curiosamente, il gol della Lazio lo fanno due romani, laziali, che però hanno esordito in Serie A con la maglia della Roma. 
    Mentre il 13 della Lazio bacia lo stemma, a centrocampo, l'altro Pellegrini protesta con Sozza: Dele-Bashiru lo tocca leggermente a inizio azione, ma il goal viene confermato. 

    Nonostante l'1-0, la partita rimane ruvida, Marusic è goffo su Saelemaekers che poi, da terra, sferra un pugno alla gamba di Gigot, che cade, accentuando un po'. Riparte la solita storia, i giocatori della Lazio chiedono il rosso a Sozza e mentre la situazione si sta sedando, iniziano a spingersi Soulé e Rovella, in particolare il laziale lo schernisce mettendosi il pollice in bocca e dicendogli: "Piangi, piangi". 

    Ancora una volta qui Sozza punta sul dialogo ed è veloce a riportare la situazione alla calma. Manda tutti via e richiama Saelemaekers e Gigot: "GUARDATEMI NEGLI OCCHI, NON MI PIACE STA ROBA, NON MI PIACE PER NIENTE, NON ROVINATE LA PARTITA, PENSATE A GIOCARE A CALCIO, QUESTE SON SCEMENZE, NON ROVINATE LA PARTITA". Di fronte alla franchezza dell'arbitro, i due si stringono subito la mano. 

    A differenza del primo tempo, la Roma riesce a tenere bassa la Lazio per diversi minuti. Gli uomini di Ranieri vanno vicini all'1-1 con Mancini, di testa, ma Mandas è fenomenale a deviarla fuori dalla porta, tanto che tornando a centrocampo e trovandosi accanto Zaccagni, Mancini gli dice: "Che parata oh". Il capitano della Lazio, suo compagno di nazionale, gli risponde: "E' un gatto". 

    Il pareggio della Roma arriva di lì a poco: Soulé, al primo derby da titolare, fa il Dybala. E la Joya, in panchina da infortunato per star vicino alla squadra, aspetta che tutti lascino Soulé, per regalargli l'ultimo abbraccio, il più sentito, prima che la partita riprenda. 

    Finisce 1-1, entrambe avevano molto da perdere e alla fine hanno guadagnato poco, ma a volte va bene anche così. La chiosa è di Ranieri, all'ultimo derby da allenatore della Roma, al primo non vinto dopo 5 di fila, a Romagnoli dice: "Auguri anche a voi, ce lo combattiamo" (un posto in Europa, nda). 
     

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    Utente vxl 619616
    Utente vxl 619616

    Per me sono tre pipponi.

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