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Costacurta sulla Champions League: "Inter sul podio, solo City e Real sono più forti. Il Millan invece..."
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L'AUGURIO - "Che il nostro calcio torni a dominare questa competizione. Ma solo in una maniera può riuscirci: facendo giocare tanti italiani. Quindi il mio augurio è che in Champions giochino sempre più italiani".
CONVINTO DALLA NUOVA FORMULA? - "Sì. Sono sempre stato contro le ovvietà e lo status quo. Ogni tanto i cambiamenti fanno bene. Mi piace l'idea di questa nuova Champions. Mi piace il fatto che per guadagnare una posizione in classifica dovrai lottare fino alla fine, o che in partenza affronti otto squadre, ma in realtà combatti contro tutte le altre, proprio allo scopo di conquistare il miglior piazzamento generale, che ti servirà poi in vista degli ottavi. Tutto ciò spingerà le squadre a cercare il risultato, addirittura di segnare un gol in più, fino all'ultima partita, a differenza di quanto succedeva con la formula a gironi, quando, una volta sicuro del tuo destino, mollavi la presa. Ne guadagnerà. lo spettacolo e, di conseguenza, i tifosi".
PODIO - "Metto l'Inter sul terzo gradino, il Real sul secondo e il Manchester City sul primo. Perché il City più in alto del Real, a differenza dei pronostici comuni? Perché è vero che il Real con Mbappé ha preso il giocatore più forte al mondo, ma ha perso Kroos, che era il suo equilibratore. Il City mi sembra più squadra".
INTER - "Mi piace la sua qualità e fluidità di gioco e di giocatori che portano a riversare continuamente palloni nell'area avversaria. L'Inter è forte dal punto di vista tecnico e comportamentale, due cose che, in un gruppo che funziona, vanno insieme. Sono sempre ammirato da ciò che fa Lautaro anche quando non segna, le sue scivolate a togliere palla al difensore che avanza, le sue rincorse all'indietro per aiutare i compagni: quando uno come lui, nato per far gol, si dispone al sacrificio in questa maniera, per giunta con la fascia di capitano al braccio, è logico che tutti gli vadano dietro. Allo stesso modo resto ammirato da Calhanoglu, che si applica come un difensore aggiunto. A convincermi dell'Inter, anche in chiave Champions, è questa attitudine, questa mentalità".
INZAGHI - "Tanto, ma non dimentichiamo che l'Inter negli ultimi 4-5 anni è sempre stata la più forte, almeno in partenza. Ed è merito delle operazioni fatte sul mercato da Marotta e Ausilio, che nella scelta di un giocatore hanno appunto sempre privilegiato le doti morali e non solo quelle calcistiche in senso stretto. L'Inter prende giocatori che danno l'impressione di dare sempre tutto per centrare la vittoria. E i nuovi cercano di arrivare alla stessa voglia che dimostrano coloro che da più tempo vestono la stessa maglia. In questo senso le altre italiane mi sembrano più indietro".
RIFERIMENTO AL MILAN - "Non solo al Milan. La Juve in questo momento è quella che, col nuovo allenatore, più cerca di avvicinarsi per mentalità ai nerazzurri, mettendo in campo quella ferocia nell’aggredire l’avversario che serve per vincere. I rossoneri sono invece nell’occhio del ciclone per ciò che è successo a Roma con Theo e Leao, ma, nel loro caso come per le altre rivali dell’Inter, oggi discutiamo sui problemi, ma tra qualche giornata parleremo di altro. È bene che certi difetti risaltino all’inizio, alla prima, seconda o terza giornata, ma, tornando a Theo e Leao, è altrettanto necessario che società, allenatore e compagni facciano loro capire che cose come quella di non avvicinarsi all’allenatore durante il cooling break non devono più succedere. Io non voglio addossare troppe colpe ai due giocatori, perché i loro comportamenti sono figli dei tempi attuali: ai miei tempi le regole erano più rigide, e, nel caso non fossero rispettate, le conseguenze erano severe. Oggi c’è più lassismo. Sono sicuro che il francese e il portoghese abbiano l’intelligenza necessaria per capire di aver sbagliato".