Como, Mazzitelli a CM: "De Rossi a Trigoria era una figura mitologica"
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E se una gara va male cosa ti dice?
"Nulla, sa che non deve dirmi niente perché sono già molto autocritico di mio. Dalla faccia che faccio quando esco dallo stadio si capisce subito se ho voglia di parlare o no".
Se non avessi fatto il calciatore saresti diventato anche te un giornalista come papà?
"Sì, sarebbe potuta essere una strada percorribile".
Quant'è stato importante Stramaccioni per la tua crescita?
"Molto. Mi ha voluto negli Allievi Nazionali nonostante fossi sotto età, a Trigoria era un'istituzione. I ragazzi più grandi me ne parlavano benissimo, quando ho iniziato a lavorare con lui mi sono reso conto che per noi aveva qualcosa di diverso dagli altri".
Prima di essere allenato da Stramaccioni hai lavorato con Montella.
"Nei Giovanissimi Nazionali, la sua prima esperienza da allenatore durante la quale abbiamo perso la finale scudetto contro il Milan. Quell'anno avevamo creato un gruppo speciale, ci siamo divertiti tantissimo. Avevamo 14 anni, lui capì che non doveva darci chissà quali nozioni tattiche e si concentrava molto sulla tecnica: un aspetto che non tutti gli allenatori dei settori giovanili curano, perché si guarda più al risultato".
Nel maggio 2014 a 18 anni arriva il debutto in Serie A con la Roma di Garcia, a Marassi contro il Genoa. "Erano sei mesi che mi allenavo in prima squadra, l'esordio era nell'aria. Di quel giorno ricordo i momenti in albergo prima di andare allo stadio, sapevo che avrei giocato e avevo un mal di pancia incredibile. Che tensione... Mentre mi scaldavo sulla fascia ero emozionato, poi sono entrato al posto del mio amico Federico Ricci".
E' stata l'unica partita giocata con la Roma, hai qualche rimpianto?
"Nessuno, è giusto così. La Roma è una grande squadra, ci sono giocatori che hanno fatto una carriera più importante della mia. Io ho avuto il mio percorso: sono arrivato in Serie A presto, sono dovuto scendere in B perché non trovavo continuità e forse sono risalito un po' più tardi di quello che avrei potuto. Però va bene così, questo tipo di cammino mi ha aiutato anche nella crescita. Adesso è arrivato il momento giusto per esprimermi al meglio, le cose migliori arriveranno in futuro".
De Rossi è sempre stato il tuo modello, che ricordi hai con lui a Trigoria?
"Quando ero nelle giovanili attraversavo il viale di Trigoria passando davanti ai campi della prima squadra, vedevo quei giocatori come figure mitologiche e irraggiungibili. Poi ho iniziato ad allenarmi con la prima squadra ma lui mi trattava come uno di loro nonostante fossi un ragazzino della Primavera, e questo fa capire la grandezza della persona. Avendo fatto anche lui lo stesso percorso, sapeva cosa poteva servirci".
Guardi molto calcio in tv, qual è il campionato che segui di più?
"La Serie A, mi piace aggiornarmi e seguire le altre squadre. Anche se la competizione che preferisco è la Champions League: dagli ottavi in poi ci sono partite che se ami il calcio non puoi perdere, parliamo del massimo livello e sono convinto che chi fa questo sport deve guardare quelle gare".
@francGuerrieri
Commenti
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Come il Minotauro o l'Idra di Lerna, anche lui non ha fatto una bella fine.