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Cataliotti: ennesima rissa fra genitori di giovani calciatori, e pensare che c'è un 'supplementare' denominato Fair Play
Calciomercato.com ha posto l'Avv. Jean-Christophe Cataliotti, Agente FIFA e titolare dei corsi di Reggio Emilia per aspiranti osservatori e intermediari (per info si rimanda al sito www.footballworkshop.it) e autore del libro "Manuale per la gestione dei giovani calciatori (Mursia), alcune domande a caldo su quanto accaduto alla luce anche delle normative regolanti il calcio giovanile.
I genitori dei "pulcini" si prendono a pugni. Ma è mai possibile che accadano fatti del genere?
In occasione di nessuna partita di calcio i genitori dei calciatori - e non solo loro - dovrebbero arrivare alle mani. Questo è chiaro. Ma, soprattutto, quando i protagonisti in campo sono calciatori giovanissimi i genitori devono obbligatoriamente stare al loro posto, senza trasformarsi in "pericolosi" ultras. Evidenzio, infatti, che l'attività della categoria Pulcini deve avere - come ci ricorda il Regolamento per il settore Giovanile e Scolastico - carattere eminentemente promozionale e didattico! E in questa occasione sembra che queste finalità siano state ampiamente disattese, a causa del comportamento riprovevole di alcuni genitori. A questi ultimi va ricordato che i pulcini - di età compresa tra gli 8 e i 10 anni non ancora compiuti - hanno appena iniziato a tirare i primi calci con tempi di gioco da 20 minuti su campi con dimensioni ridotte e soprattutto con regole improntate al fair play! Non possono essere i genitori a rovinare tutto quello che di buono le regole del calcio, sia della UEFA che della FIGC, hanno cercato di immettere nei campionati dei più giovani.
Quali sono queste regole di fair play?
Innanzitutto, proprio nella categoria dei pulcini, nel caso in cui, durante un tempo di gioco, si verifichi una differenza di 5 reti tra le due squadre, la squadra in vantaggio può giocare con un calciatore in più sino a quando la differenza viene ridotta a tre 3 reti. Ciò a significare che il risultato sportivo, nelle categorie dei più piccoli, non ha ancora quasi nessuna rilevanza (che sia detto ai genitori!).
Ma soprattutto, ecco una precisa regola di fair play, le società devono prevedere, in particolare nelle categorie Pulcini ed Esordienti, al termine dei confronti che vedono protagonisti i bambini/e di due o più squadre, l'organizzazione di un "tempo supplementare" denominato Fair Play, in cui le società e le famiglie mettono a disposizione dei/delle partecipanti una merenda da condividere tra loro, allargando naturalmente l'invito anche ai tecnici, dirigenti e genitori delle squadre coinvolte. In questo modo, riprendendo usi propri anche di altre discipline sportive, come ad esempio il rugby, il Settore Giovanile e Scolastico intende sempre più diffondere il concetto della sana competizione sportiva.
Quindi qual è la ricetta per evitare in futuro episodi analoghi?
Insegnare ai genitori a comportarsi come si deve sulle tribune di campi di calcio con seminari organizzati dalle stesse società di calcio. E' un compito gravoso, ma penso vada fatto.
Non penso, tuttavia, che sia necessario arrivare a consegnare un premio ai genitori che si comportano bene (ma poco ci manca...), come, invece, può accadere per i loro figli calciatori. Con la green card (un cartellino verde), nelle categorie pulcini e esordienti, vengono, infatti, premiati i giovani calciatori che si rendano protagonisti di particolari gesti di Fair Play (gioco giusto) o di Good Play (gioco buono). Sono coloro che vengono preposti alla direzione delle gare a poter utilizzare la c.d. Green Card nei casi di gesti di significativa sportività nei confronti degli avversari, dell'arbitro, del pubblico e dei compagni di gioco. Che siano allora i ragazzi a insegnare l'educazione ai loro genitori!