Alle origini della Nazionale: la prima trasferta in Ungheria, fra mortadella, fiaschi di vino e un pesante ko...
1910: FINALMENTE LA NAZIONALE - All'alba degli anni'10 del XX secolo Il football nel nostro Paese da circa una quindicina di anni muove i suoi sempre meno stentati passi e nella primavera del 1910 la Federazione finalmente riesce a concretizzare il sogno di avere una propria rappresentativa, un'idea che nasce da lontano. Già sul calare del XIX°secolo l'idea di “rappresentativa” cerca realizzazione, e nell'aprile del 1899 viene disputato a Torino un incontro tra una rappresentativa italiana e una svizzera. Ciò che quella squadra rappresentava – o voleva rappresentare - era il meglio del movimento calcistico italiano dell'epoca, senza distinzioni di nazionalità. Il criterio di selezione adottato era “residenziale”, cioè facevano parte di quella selezione i migliori calciatori che giocavano al momento in Italia, italiani o stranieri che fossero.
Ciò non deve stupire più di tanto, in verità. Infatti al football dei pionieri era piuttosto sconosciuto il concetto di nazionale concetto invece ben radicato nel mondo della ginnastica, ed è proprio dalla ginnastica che si andò diffondendo ed irrobustendo l'idea di confronti internazionali tra squadre assemblate attorno al sentimento di appartenenza nazionale, anche grazie a Luigi Bosisio, da un anno presidente della F.I.G.C., più incline di altri a dare un'impronta più nazionalista al movimento calcistico.
LA NAZIONALE UNGHERESE NELLA DUPLICE MONARCHIA - Per inquadrare il football in Ungheria agli inizi del XX secolo, occorre brevemente fare cenno alla situazione politico-istituzionale del Paese. Dopo la sconfitta di Sadowa del 1866 nella guerra austro-prussiana contro Prussia e Italia, l'Impero austriaco cerca di trovare un modo per sopravvivere e una riappacificazione con l'Ungheria tanto che nel 1867 attraverso il cosiddetto Compromesso austro-ungarico l'Impero austriaco e il Regno di Ungheria formano una Duplice monarchia tra due Stati politicamente uniti ma distinti per quanto riguardava questioni interne: l'Impero austro-ungarico. Proprio in virtù di questo Compromesso l'Ungheria può creare una propria Federazione calcistica indipendente all'interno dell'Impero, tanto che nel gennaio del 1901 nasce la Federazione e il primo campionato di calcio.
Oltre un anno più tardi, nell'ottobre del 1902 la Nazionale ungherese gioca la sua prima partita contro l'Austria, perdendo a Vienna per 0 a 5. Il primo impegno contro un avversario che non sia all'interno dell'Impero (Austria e Boemia) l'Ungheria lo affronta nel giugno del 1908 quando a Budapest perde contro l'Inghilterra per 7 a 0, match previsto nella prima storica tournée degli inglesi nell'Europa Centrale. Le cose non andranno tanto meglio neppure negli anni successivi, l'Ungheria non riesce a vincere nessuna partita giocata contro Germania e Inghilterra e per arrivare alla prima affermazione contro una Nazionale non facente parte dell'Impero dovrà attendere proprio la sfida contro l'Italia.
LA SFIDA AGLI UNGHERESI - Come ben sappiamo, la prima partita che la Nazionale italiana gioca è quella del 15 maggio 1910 a Milano contro la Francia. Eppure, a leggere le pagine dell'organo ufficiale della F.I.G.C. Foot-Balldell'epoca, l'avversario per l'esordio assoluto sulla scena internazionale dell'Italia non sarebbe dovuto essere la Francia, bensì proprio l'Ungheria. L'idea italiana era di giocare per Pasqua a Budapest e il giorno di Pentecoste un retour-match a Milano. La richiesta italiana – reiterata da ben due telegrammi di sollecito – venne riscontrata dalla federazione magiara in ritardo – colpevole un cambio di segretario nella federazione ungherese – e di quell'idea non se ne fece nulla e l'Italia giocò contro la Francia. Eppure la sfida contro gli ungheresi era solo rimandata, e neppure di tanto: il 26 maggio.
Il viaggio per raggiungere la capitale ungherese fu avventuroso e per nulla comodo per la delegazione italiana. Le lire nelle casse della Federazione erano poche e ci si doveva arrangiare. Narrano cronache che diluiscono in leggenda di un baule “prezioso” custodito e trasportato personalmente da Trerè contenente mortadella, salame, pane, fiaschi di vino e formaggi: siamo pur sempre in epoca pionieristica e ci si arrangia come si può. La comitiva partì da Milano il 23 maggio con il Diretto delle ore 13 per Venezia, quindi in traghetto sino a Trieste e da lì tante altre ore di treno per raggiungere Budapest.
Al Millenaris Sporttelep di Budapest, davanti ad oltre 12.000 persone che sventolano le bandiere del vecchio Regno d'Ungheria le due nazionali scendono in campo con queste formazioni:
UNGHERIA: Fritz; Rumbold, Szendrö; Biró, Karoly, Gorszky; Weisz, Dobó, Korody, Schlosser, Borbas.
ITALIA: De Simoni: Varisco, Calì; Trerè, Fossati, Cappello; Debernardi, Rizzo, Cevenini, Lana, Boiocchi.
La partita contro l'Ungheria è senza storia: 6 a 1 il risultato finale a favore dei magiari che così vincono la loro prima partita contro un avversario che non fa parte dell'Impero. Già dall'inizio i padroni di casa prendono il comando e con azioni eleganti fatte di passaggi precisi e veloci costringono l'Italia sulla difensiva, tanto che il portiere De Simoni diventerà ben presto il migliore degli italiani nonostante le sei reti subite. Il primo tempo finisce 2 a 0 per i padroni di casa, la ripresa non andrà affatto meglio per la Nazionale italiana. Unica nota positiva per l'Italia il debutto del giovanissimo Renzo De Vecchi, che – grazie al consenso del capitano ungherese – entra a sostituire l'infortunato Cevenini, facendo così il suo esordio in Nazionale all'età di 16 anni, 3 mesi e 23 giorni. Per quel che riguarda i sogni di gloria, la netta sconfitta riporta con i piedi per terra l'intero movimento calcistico italiano e accelera l'amnistia ai giocatori della Pro Vercelli che infatti saranno presenti alla successiva gara internazionale dell'Italia.
(Alessandro Bassi è anche su http://storiedifootballperduto.blogspot.it/)