
Tudor, una formazione da "manager". Dentro solo i giocatori di proprietà, con un'eccezione
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ASSET SOCIETARI - Un ragionamento ad alta voce: non è una scelta così azzardata, almeno da "manager". Valorizzare quello che hai in casa è da sempre una delle virtù più apprezzate dalle direzioni sportive, e Tudor ha trovato il modo di unire l'utilità della squadra alla sua. No, non era scontato. E nemmeno facile, figuriamoci poi in un contesto di cambiamento praticamente enorme. Dalla difesa a 3 al doppio trequartista, fino agli esterni diventati a tutta fascia, quando poi non l'avevano quasi mai fatto.
ECCEZIONI - L'unica eccezione è stato Renato Veiga, utilissimo nella prima impostazione, che ha superato nel rush finale Pierre Kalulu. Ha spiegato, ieri, Tudor: "Sono molto più contento quando metto un calciatore e poi lo sostituisco con un altro alla fine perché ha meritato". Ed è andata proprio così: l'ex Milan era pronto alla prima, poi la decisione è ricaduta sul giocatore in prestito dal Chelsea. E che al Chelsea ritornerà, diversamente dallo stesso Kalulu, pronto a essere riscattato. E' stata comunque l'unica eccezione di una regola che ha coinvolto soprattutto Kolo Muani e Conceiçao.

E KOLO? - Ecco: se Chico un po' di minuti è riuscito a portarli a casa, 90' in panchina per Kolo Muani fanno nettamente più notizia di quanto ne abbia prodotta l'assenza prolungata di Dusan Vlahovic, per il quale era diventata ormai un'abitudine. Chiariamo subito: Kolo non è stato messo in un angolo, al momento Tudor vuole semplicemente mantenersi solido sul fronte dell'equilibrio. L'obiettivo finale resta vederli in campo, insieme, dal primo minuto. Servirà tempo e occorreranno prove. Ma si può fare, eccome se si può fare.
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quante ipotesi fantasiose... giocherà chi meriterà e comunque faticheremo ad arrivare quarti. Mol...