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    Tonali, Ricci e un modulo chiaro. L'Italia e Spalletti voltano pagina. Si spera

    Tonali, Ricci e un modulo chiaro. L'Italia e Spalletti voltano pagina. Si spera

    • Simone Eterno
    Che sia il vero punto di partenza. Perché in fondo - e già l'avevamo scritto proprio su queste pagine dopo la prima partita dello scorso Europeo - a Luciano Spalletti l'Italia chiede prima di tutto una cosa: ritornare ai maledetti Mondiali. Ecco allora che la vittoria sulla Francia in Nations League, una di quelle squadre di alto valore che gli Azzurri potrebbero ritrovarsi nel girone il prossimo 13 dicembre a Zurigo, nel giorno dei sorteggi per le qualificazioni ai Mondiali (l'Italia non è certa al momento di essere testa di serie), è soprattutto un segnale. Un segnale di cui il movimento aveva bisogno dopo gli schiaffi in faccia presi dalla Svizzera a Berlino. 

    LA DEPRESSIONE ITALIANA - Una 'scoppola' che come sempre aveva portato una nazione 'allergica alla testa' e sempre fedele 'alla pancia', a cadere in una mezza depressione calcistica. "Nazionale finita", "movimento distrutto", "valori imbarazzanti" e un racconto più o meno diffuso che voleva il calcio italiano alla stregua della Moldavia. Narrativa appunto 'da pancia'. Come quella che in fondo potreste ritrovarvi anche oggi, dopo un 3-1 in casa dei francesi, che ci dipingerà come pronti e tra i favoriti alla prossima Coppa del Mondo. Sempre pancia è, ma questa volta piena.

    LE CONFERME DA PARIGI - No, non siamo improvvisamente guariti. E no, non eravamo una banda di incapaci. La vittoria al Parco dei Principi contro i Galletti casomai ci conferma due cose. Uno: che quando siamo in condizione e ci sono gioco e idee chiare, siamo una Nazionale di medio/alto livello nonostante tutte le difficoltà (che restano strutturali e ci sono in tanti aspetti, non sono sparite come per magia). Due: il mezzo disastro tecnico/tattico fatto in estate.

    IL NUOVO CICLO - D'altra parte Luciano Spalletti, gli va riconosciuto, ha fatto mea culpa. Proprio qualche giorno fa affermava che "giocheremo sempre con il 3-5-2 o con il 3-4-2-1", dimostrando in qualche modo la bontà di quanto scritto - di nuovo - su queste pagine a giugno: ossia la pericolosità di arrivare senza un'intelaiatura tattica e un'ossatura di uomini ben definita a una competizione come l'Europeo. È su queste premesse invece che sembra voler nascere il nuovo ciclo; ed è da questa idea che nasce dunque la buona prestazione di Parigi. "Si gioca così, si farà così", con poco spazio per invenzioni o trasformismo dell'ultimo minuto, modalità che - lo dice la storia della Nazionale italiana - non fanno per noi, non hanno mai portato a risultati.

    IN RAMPA DI LANCIO - Oltre a questo, poi, c'è il discorso legato agli interpreti e alla ritrovata freschezza. L'altra nota positiva di questa nuova alba italiana. Dal punto di vista tattico e dopo un risultato come quello di Parigi, è inevitabile chiedersi cosa sarebbe stato in estate con un Sandro Tonali in più ad esempio. Ma anche con un Samuele Ricci in più - il migliore ieri proprio insieme a Tonali - al posto dell'opaco Jorginho. Questi due soprattutto gli interpreti che sembrano aver dato una sterzata là in mezzo al campo rispetto 'alle rumbe' dell'europeo ballate prima con gli spagnoli al girone e poi con gli svizzeri; figlie di una squadra scarica sì ma anche di interpretazioni tattiche e moduli troppo spesso reinventati, confusionari.

    DA DOVE RIPARTIRE - Oltre a loro Parigi ci ha raccontato poi dell'intelligenza di un Andrea Cambiaso utilizzato nel suo ruolo; della bella prestazione di Retegui in raccordo con la squadra; della freschezza di un altro degli assenti a giugno - in quel caso però per cause di forza maggiore - come Destiny Udogie. Spalletti dunque riparta per davvero da qui. Da questi ragazzi. Dalla loro fame. E da un impianto da consolidare proprio in questa Nations League, per arrivare così a quel che davvero conta - le qualificazioni ai Mondiali e la successiva fase finale dell'estate 2026 - con un'idea tattica chiara per tutti, con una percezione collettiva ben consolidata di 'cosa siamo', 'come giochiamo' e 'cosa vogliamo fare in campo'. Tre caratteristiche che ci sono tremendamente mancate in estate tra sfortune varie - infortuni e squalifiche - e demeriti evidenti del commissario tecnico. La vittoria di Parigi però, si spera, pare dirci che quel capitolo è finalmente alle spalle. Voltiamo pagina. Avanti coi nuovi. 

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