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  • Thiago Motta sotto accusa: Juventus brutta e senza ossessione per la vittoria. E ora c'è Conte, che vive per vincere

    Thiago Motta sotto accusa: Juventus brutta e senza ossessione per la vittoria. E ora c'è Conte, che vive per vincere

    • Gianluca Minchiotti
    La Juventus spumeggiante e aggressiva ammirata nel 2-0 contro il Milan e, a tratti, nell'1-1 contro l'Atalanta, ha lasciato spazio alla Juventus calcolatrice, piatta e brutta dello 0-0 contro il Bruges. Un passo indietro, per una squadra che non riesce a vincere due partite di fila da quando ha battuto il Cagliari in Coppa Italia e il Monza in campionato e, prima ancora, dal successo sul campo del Lipsia bissato pochi giorni dopo dalla vittoria in casa del Genoa. Era l'inizio di ottobre. 

    Il pareggio di Bruges è un risultato che qualifica la squadra di Thiago Motta per i playoff di Champions League ma che riapre il dibattito, fra i commentatori e i tifosi, sul tipo di gioco praticato dalla Juventus e sulle scelte di Thiago Motta, in particolare per quanto riguarda l'attacco. 

    ZERO TIRI IN PORTA - Fra le critiche mosse all'allenatore italo-brasiliano la principale è quella che riguarda il rapporto fra la mole di gioco sviluppata dalla squadra fino alla tre quarti e la pochezza delle soluzioni offensive. Nel primo tempo in Belgio la Juventus è arrivata al 68% di possesso palla senza tirare neanche una volta in porta. Fra i commentatori più critici, riportiamo ad esempio Paolo Di Canio: "Capisco di non voler rischiare davanti alla difesa, ma negli ultimi 30 metri non devi essere così pulito. Manca l'uno contro uno davanti e la palla cattiva. Negli ultimi 25-30 metri secondo me la Juve è troppo pulita e diventi scontato se in questo periodo non creano Mbangula, Yildiz o Conceicao. Questa situazione dura già da troppo tempo, serve più coraggio da parte di Thiago Motta".

    LE SCELTE IN ATTACCO - E poi le scelte di formazione e le sostituzioni: al netto della situazione delicatissima fra mancato rinnovo e mercato, la sensazione è che ormai Dusan Vlahovic sia stato accantonato definitivamente da Motta come prima scelta per l'attacco. Il problema è che, in attesa dell'agognato tesseramento di Randal Kolo Muani, il serbo era l'unico centravanti di ruolo a disposizione della Juventus contro il Bruges. E' stata una scelta azzeccata quella di concedergli solo il quarto d'ora finale, a fronte della prestazione non entusiasmante di Nico Gonzalez?

    L'OSSESSIONE PER LA VITTORIA - E infine il discorso torna di nuovo al tema dell'ossessione per la vittoria, che da ieri sera, con il ritorno della 'pareggite' (16esimo pareggio in 28 partite fra Serie A e Champions), è tornato a fare capolino nelle tv e sui social. Dopo l'improvvido errore di comunicazione commesso a inizio gennaio ("Non sono ossessionato dalla vittoria"), Motta ha corretto il tiro, probabilmente imbeccato dalla società. Ma sul campo l'atteggiamento da 'ossessionati' si è visto solo con il Milan e in parte con l'Atalanta, non si è visto nel derby e con il Bruges. E ora, sabato, arriva la sfida contro chi ha fatto e fa dell'ossessione per la vittoria una ragione di vita ("Anche quando gioco a carte con mia figlia"): Antonio Conte, il più 'ossessionato' di tutti, il capolista della Serie A, l'allenatore che riportò la Juve al successo, e alla fame per il successo, dopo i settimi posti. Il compito a cui è chiamato ora Thiago Motta.

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    UnoACasoMaDavvero
    UnoACasoMaDavvero

    3 (TRE!!!) giorni fa scrivevate roba che colava miele (riporto fior da fiore): "un sospiro di sol...

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