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    Romamania: ​scontri diretti, non è (quasi) mai da Champions. De Rossi come Mou, all in sull'Europa League?

    Romamania: ​scontri diretti, non è (quasi) mai da Champions. De Rossi come Mou, all in sull'Europa League?

    • Alessandro Austini
    Zero assoluto. Nelle sette partite giocate finora in campionato contro le quattro squadre che la precedono in classifica la Roma non ha raccolto neppure un punto. Neanche con il sorprendente Bologna, che ieri all’Olimpico ha bissato il successo dell’andata e messo una serie ipoteca sul quarto posto, lasciando di conseguenza un solo posto a disposizione per la prossima Champions.

    Da Fonseca a De Rossi, passando per Mourinho, da anni i giallorossi continuano a steccare quasi tutti gli scontri diretti d’alta classifica, un tratto comune troppo lungo nel tempo per essere casuale. Per motivi diversi, si torna sempre allo stesso verdetto: la Roma si conferma fantastica in Europa ma paga puntualmente pegno in campionato. Nella rosa continuano a mancare evidentemente le risorse necessarie, fisiche e mentali, per reggere su due fronti fino al termine della stagione.

    A questo punto anche De Rossi rischia di ritrovarsi a fare una scelta: meglio puntare tutto sulla coppa? Una risposta più affidabile sarà meglio darsela al termine di questa settimana, quando la Roma avrà completato la gara di Udine e affrontato anche il Napoli.

    Il calendario continua a rappresentare l’ostacolo più grande. In serie poi arriveranno le partite contro Bayer Leverkusen, Juventus, ancora Bayer e Atalanta in trasferta. Un peso mentale enorme per i giocatori e l’allenatore stesso, che si era ripromesso di “mettere un punto” sulla querelle con la Lega per il recupero della partita al Friuli, ma nel post-partita con il Bologna non si è risparmiato qualche nuovo accenno sulla questione. 

    Se ti vesti da vittima, diventi vittima. La sensazione è che sia successo proprio questo lunedì sera alla Roma, esplosa a livello nervoso dopo un’ammonizione a Paredes, come se all’improvviso fosse riemerso il fantasma di Mourinho all’Olimpico.

    Difendere i propri diritti è sacrosanto, insistere sui torti subiti è il modo peggiore per allontanare le energie negative. È tossico. La Roma di De Rossi fin qui è stata un esempio straordinario di fiducia e questa è la strada su cui insistere, lasciando da parte tutto il resto. E se dovesse riuscire a qualificarsi per la finale di Dublino del 22 maggio, aver affrontato prima la trasferta a Udine - senza dover recuperare la partita il 15 o 16 maggio come si era ipotizzato - diventerà un vantaggio. Pensare positivo aiuta sempre.

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