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Romamania: e ora chiedete tutti scusa ad Azmoun
Oggi però, io voglio parlare di Azmoun, per restituire a Sardar ciò che è di Sardar. Perchè, diciamolo, non è che lo abbiamo trattato benissimo da quando è arrivato. Già il fatto di essere iraniano e cioè fuori dalle rotte più celebrate del pallone, aveva fatto da cric per il sopracciglio. “Ma 'ndo giocano in Iran a pallone?” lo sfottò, uno dei tanti e inutile ricordare che questo è stato gran cavaliere in Bundesliga, mica al bar sotto casa. Poi, la somiglianza (in effetti) con Ricky Memphis, l'attore romano e anche lì camionate di ironia, perculamenti, sfottò al mercato di Tiago Pinto. Come se non bastasse, Sardar si fa anche male prima di arrivare a Roma e quindi per vederlo in campo e al massimo dei giri passa un po' di tempo. E poi, è bene ricordarlo, quando è stato ufficializzato il suo acquisto, il 24 agosto, Roma giallorossa intese la mossa come quella definitiva per sostituire Tammy. E ci fu una specie di rivolta popolar-giallorossa passata per i bar, le radio, i social e chi più ne ha.
Poi succede che il sito di Fabrizio Corona pubblica quel video che oggi fa sorridere, in cui lo si addita di avere la Febbre da Cavallo, di essere uno che potrebbe dare del tu alla scommessina. Niente di più ridicolo: Azmoun è proprietario di cavalli da corsa, ne ha 52, nulla a che vedere con il dark betting dello scandalo. Per non farci mancare nulla, Azmoun finisce anche fuori dalla lista per l'Europa League. Motivo: problemi legati al laccio del fair play finanziario. Diavolo se sarebbe servito uno con la sua esperienza e quella cattiveria agonistica che tanto ci fa godere. Poi, ieri, quel gol-serciata (sassata) al Lecce che cambia la storia della partita la sua e, forse, quella della Roma. Chissà, vedremo.