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Pioli sbaglia, la sentenza la dà il Milan: solo un 'suicidio' può togliere lo scudetto al Napoli
Se c’è una sentenza è questa: con sette punti di vantaggio sulla coppia Juventus-Milan e dieci sull’Inter, il Napoli ha il titolo in tasca e solo un suicidio collettivo potrebbe rimetterne in discussione l’assegnazione. E’ chiaro a tutti che il pareggio del Milan con la Roma, maturato tra l’86’ e il 93’, ha rappresentato una svolta pressoché definitiva in un campionato che potrebbe essere tenuto in vita, ma solo in modo teorico, da un successo della Juventus, venerdì prossimo al Maradona. Tuttavia lo scivolone casalingo del Milan è il risultato più inaspettato della giornata.
Ho il sospetto, confortato anche dal collega Daniele Longo, che ha scritto le pagelle della partita, che per un cambio azzeccato (Pobega, autore del raddoppio, al posto di Brahim Diaz) Pioli abbia sbagliato i successivi due: ovvero l’uscita di Giroud, comunque un saltatore in difesa e un uomo che avrebbe potuto tenere in allarme la Roma fino alla fine e di Saelemaekers. Al loro posto sono entrati De Ketelaere e Matteo Gabbia. Segnali che hanno fatto abbassare la squadra e fatto credere a qualcuno che la partita, sul 2-0, fosse finita. Invece con Mourinho, squalificato e sostituito da Foti, si sa che non è mai finita e tutto quello che la Roma non ha fatto in 85 minuti (zero tiri nello specchio della porta) le è riuscito in sette. Naturalmente con due calci piazzati. Un angolo (testa di Ibanez) e una punizione (colpo di testa di Matic, respinta di Tatarusanu e zampata felina di Abraham). Mercoledì, giusto all’ultimo secondo, l’inglese aveva salvato sulla linea la vittoria con il Bologna, ieri sera è andato a raccogliere un punto che sembrava completamente impossibile. Al contrario di Pioli, Mourinho che ha guidato la squadra da un pullmino tecnologicamente super accessoriato, ha fatto la partita che tutti si aspettavano. Difesa strenua, anche dello 0-1, qualche accensione di Dybala, schierato con l’inutile Zaniolo a sostegno dello straordinario Abraham. Poi una lunghissima fase di attesa nella speranza che qualcuno accendesse la luce. Ha pensato di poter cambiare atteggiamento solo dal 65’, cioè con l’ingresso di Matic e Tahirovic, ha finito con Belotti per Mancini (89’) nella certezza che l’ultimo quarto d’ora sarebbe stato furore e palloni alti. Ha avuto ragione, in questo assomiglia molto ad Allegri, ma con questo tipo di calcio è difficile che vada lontano, anche se la zona Champions è a soli tre punti, stessa situazione della Lazio.
Il Milan, questa è una certezza, avrebbe meritato di vincere. Sbloccato il risultato con un colpo di testa di Kalulu (29’), la squadra di Pioli ha sempre avuto il dominio del gioco e, ben prima del raddoppio di Pobega (76’, assist di Leao), ha avuto occasioni (Theo Hernandez per esempio) e situazioni con le quali allungare nel punteggio e anticipare l’esito finale. Invece ha buttato via la grande occasione di essere la prima inseguitrice del Napoli. Per di più con il problema di affrontare la prossima trasferta di Lecce senza Tonali. La Roma, invece, ha sul groppone le ammonizioni dei diffidati Mancini e Ibanez. Così, domenica, Mourinho si dovrà inventare la difesa contro la Fiorentina. Ma la rimonta della notte milanese è balsamo vitale.