
Parma, Chivu ritrova l'Inter: "13 anni non si possono dimenticare. Man? Sono convinto che si sbloccherà"
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PARMA-INTER, LE FORMAZIONI E DOVE VEDERLA IN TV
Dal centro sportivo di Collecchio, Chivu ha presentato così la sfida di domani: “Questa è una partita importante per il Parma, non per me. Il mio passato non lo posso negare, ho trascorso 13 anni in quella società e la mia stima e riconoscenza rimarranno per sempre. Ma ora, il mio pensiero è tutto per il Parma, per quello che dobbiamo fare e per il nostro obiettivo. Ho preparato la partita come ho sempre fatto in questo mese e mezzo. Affrontiamo una delle squadre più forti d’Europa, e bisogna essere pronti a gestire questo tipo di sfide”.
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In vista della partita delle ore 18 di domani, Cristian Chivu potrà contare su un recupero importante a centrocampo come quello di Adrian Bernabé. A livello di indicazioni di formazione, l'allenatore gialloblù ha dichiarato: “Ogni partita ha la sua storia. Questa squadra è sempre stata costruita per giocare sulle transizioni e sfruttare la velocità degli esterni. Hanno ottenuto buoni risultati contro squadre importanti, e questo ha il suo valore, ma non è qualcosa che è successo sempre. Dobbiamo imparare a crederci, a poter giocare contro chiunque, questo è il messaggio. Man sta lavorando bene, sta cercando di superare le difficoltà. Sono convinto riuscirà a sbloccarsi e ad essere decisivo con dei gol. Una seconda punta al fianco del recuperato Djuric? La preoccupazione è stata di non creare confusione. In queste cinque partite qualcuno lo abbiamo sempre affiancato alla prima punta, anche se non un attaccante di mestiere. Però crea densità e supporta la prima punta. A gara in corsa abbiamo provato ad avere due punte, è un'opzione ma non credo sia l'assetto iniziale. A gara in corso sì”.
Sulla delicata situazione di classifica del Parma a otto giornate dalla conclusione della Serie A, Chivu ha aggiunto: “La classifica è quella, vivere un momento incerto può creare qualche difficoltà, lo è anche per le squadre importanti. La spensieratezza si può trovare all'estero, c'è meno pressione e l'allenatore non incide troppo sulla parte tattica. Questa spensieratezza e quel modo di approcciare la partita viene naturale. In Italia pensiamo più a cose che mettono dubbi ai giocatori quando devono avere responsabilità. A livello mentale non avrebbe cambiato fare gli stessi punti ma con le vittorie, il punto di partenza è non aver perso. Dobbiamo crescere nella motivazione, nella fiducia che ci permette di ottenere qualche risultato in più”.

Commenti
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Indegno è anche poco,come possibile che certe mezze figure allenino addirittura in A ?