
Motta parla come allenava la Juventus: tanti 0-0, qualche vittoria e sconfitte rovinose. Cosa c'è dietro l'intervista
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Fra le risposte alle tante e interessanti domande poste da Veltroni, il tecnico italo-brasiliano snocciola qualche frase insipida e da sbadigli, frasi tipo "ho sempre analizzato quello che si è fatto male", oppure "la concorrenza fa crescere il singolo, ma, in automatico, anche la squadra", oppure ancora "non vuol dire che ho fatto sempre tutto giusto, ma certo ho sempre fatto tutto per vincere".

Accanto alle risposte da 0-0 però Motta va oltre. E mentre nelle conferenze stampa alla Continassa le risposte insipide erano la maggioranza, nell'intervista al Corsera Thiago mette un po' di pepe, e si toglie qualche sassolino dalle scarpe. E in alcuni casi lo fa con grande ragione, secondo chi scrive. Motta ad esempio ha ragione, e la sua risposta è vincente, quando dice: "Il nostro lavoro è stato interrotto quando eravamo a un punto dal quarto posto in classifica che era, a inizio stagione, l'obiettivo prioritario". Questo è un punto sul quale siamo sempre stati dalla parte dell'allenatore: scegliendo un tecnico giovane, e con un contratto triennale, la Juventus avrebbe dovuto essere più forte e compatta nel sostenerlo, quando Motta era ancora in lotta per raggiungere il traguardo minimo stagionale.
E ancora, sul mercato: "Sul mercato sono sempre stato in sintonia con il direttore per la definizione della rosa. Un errore cedere Kean e Fagioli alla Fiorentina? No, per me no. Abbiamo sbagliato a non trattenere è Nicolussi Caviglia, che sta dimostrando grande qualità a Venezia". In questo passaggio, Motta vince perché associa la sua responsabilità a quella di Cristiano Giuntoli. E con ragione, perché il progetto della Juventus 2024-25 porta due nomi sulla targa, quelli di Motta e Giuntoli.
Motta, infine, perde, e male, come ha fatto in campo con Empoli, Psv, Atalanta e Fiorentina, quando parla dei rapporti con lo spogliatoio, quando nega la rottura con Danilo ("Avevamo un buon rapporto"), gli screzi con Vlahovic ("Ha giocato tantissimo, qualcuno diceva troppo").
Motta qui sbaglia e perde, perché questa descrizione di un'atmosfera da Mulino bianco(nero), che in realtà non esisteva, è già stata smentita di fatto dagli stessi calciatori. E' stata smentita con le interviste, ancor prima che Motta venisse esonerato (intervista di Danilo), con i mancati saluti (solo Mbangula e Bremer hanno omaggiato pubblicamente Motta dopo l'esonero), e con alcuni indizi (il post odierno di Perin sui social - "Ciascuno è artefice della propria sorte" - è di un tempismo sospetto).
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"la Juventus avrebbe dovuto essere più forte e compatta nel sostenerlo". Ma se avete scritto per...