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    Milan sconfitto, le certezze tradiscono Pioli: se molla anche Maignan è la fine

    Milan sconfitto, le certezze tradiscono Pioli: se molla anche Maignan è la fine

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    C’è un Milan per l’Europa e c’è il Milan per l’Italia, che cade anche a Udine, settima sconfitta della stagione, la seconda nelle ultime 3 partite, che insieme hanno fruttato la miseria di 1 punto, quello strappato alla Salernitana, a San Siro. Quarta sconfitta nelle ultime 5 trasferte. A Udine, se possibile, Milan peggio persino che a Firenze e così l’Udinese (2 vittorie nelle prime 11 partite del 2023) torna a vincere in casa dopo 6 mesi, guada caso contro l’Inter. Già solo questo direbbe tutto, ma c’è dell’altro.

    È la notte che ruba le certezze a Pioli, tipo Maignan che per una volta adotta la celeberrima parata al laser e subisce 2 gol normalmente evitabili. O tipo Bennacer, che regala a Samardzic il pallone da cui nasce il primo vantaggio di Pereyra. E che dire di Thiaw malamente anticipato da Beto sul secondo gol? Sul terzo, più molle e ingenuo lui che falloso Success. Male Leao, malissimo considerandone il talento. Il nuovo modulo non lo aiuta, checché piaccia raccontare in giro e infatti appena Pioli risistema la squadra alla ricerca disperata del pareggio, il portoghese si accende. Troppo tardi. Pesante l’assenza di Theo, il più in forma di tutti bloccato dall’influenza: Ballo Touré è… Ballo Touré. In attacco, e anche questa era già una certezza, se non c’è Giroud non c’è nessuno. Benino Brahim, ma sparisce troppo presto. CDK che entra al suo posto, non pervenuto.

    L’Udinese vince con la forza e di forza. Parte veloce, segna, domina, subisce 2 volte un regolamento che andrebbe rivisto (il braccio di Bijol è largo, ma il pallone di Leao carambola prima sul suo ginocchio; Beto è ingenuo: ormai si è capito che il Var fa ripetere in caso di ingresso prematuro in area) ma appunto di forza riesce a tornare in vantaggio prima del riposo, sfruttando le mollezze del Milan. Assurdo prendere gol in quel modo, dopo che la sorte ti aveva regalato un insperato e immeritato pareggio.

    Ibra segna su rigore il gol che riscrive la storia e allunga la sua leggenda. Silvestri gli para il primo tiro, Beto gli offre la possibilità di riprovarci e stavolta lo svedese non sbaglia. A 41 anni e 166 giorni è il giocatore più vecchio ad avere segnato in Serie A. Prima di lui, curiosità, Alessandro Costacurta, anche lui su rigore e anche lui all’Udinese, ma a San Siro. Anche lui, come Ibra, con la fascia di capitano al braccio. Il rigore, e certo poteva essere più importante, ma poco altro, anzi niente, eppure Pioli lascia a Origi solo lo scampolo finale di partita, segno tangibile della considerazione che ha del belga ex Liverpool.

    Detto ogni bene dell’Udinese, che Sottil espulso nella concitata azione del rigore ha guidato nella ripresa dalla tribuna, resta la malinconica prova del Milan, che scivola poco a poco in classifica (e ritrova l’Atalanta a 3 punti) e dopo la sosta farà bene a preoccuparsi sì dell’Europa, ma anche di quella prossima ventura, perché poi dai sogni ci si sveglia e giocando così di strada se ne fa davvero poca.
    @GianniVisnadi

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