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Milan, la peggior difesa del campionato: come Gabbia può diventare la soluzione di Fonseca
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NUMERI NEGATIVI
Ripartiamo da una spiacevole certezza: il Milan ha la peggior difesa del campionato. Insieme a Lecce e Atalanta, ha collezionato la bellezza di 6 gol subiti in tre partite. Riavvolgendo il nastro, si può notare come il trend rossonero sia fortemente negativo e porta a dare luce a un’altra amara verità: un solo successo nelle ultime dodici partite disputate tra tutte le competizioni e un reparto difensivo che ha fatto registrare 24 reti incassate in questo scorcio analizzato. Una conferma dell’inizio del campionato: il Milan parte sempre sotto di due gol negli ultimi 5 mesi.
I SOLITI ERRORI
A preoccupare, in realtà, più che il dato in sé, sono le modalità con le quali sono state realizzare queste reti dagli avversari. Tante sovrapposizioni esterne dimenticate sulla fascia, tanti 1vs1 falliti, tante pedine fuori posizione e una voragine che si apre tra la trequarti difensiva e l’interno dell’area di rigore. Un’abitudine che il Milan deve immediatamente scrollarsi di dosso se vuole puntare a uscire da questo buco nero che ha inghiottito, sempre più, le speranze di cambiamento e le ambizioni di un comparto tecnico-societario che non stanno coincidendo con quanto mostrato sul rettangolo verde di gioco. I meccanismi difensivi non sono mai diventati ben oleati, si voglia per amnesie individuali o per interi spostamenti di reparto che non hanno portato ai risultati sperati. I primi impegni stagionali hanno dimostrato come Thiaw non sia ancora pienamente recuperato dal punto di vista fisico-mentale (come dimostra la scelta sullo stop che ha causato l’autorete a San Siro contro il Torino) e che Tomori abbia abbassato il livello delle proprie prestazioni, perdendosi troppo spesso le marcature e facendosi risucchiare dalle manovre offensive avversarie (il che ha causato, in più occasioni, la perdita della posizione corretta come nei gol subiti all’Olimpico dalla Lazio). Dunque, la domanda rimane identica: cosa fare?
LAVORARE DI REPARTO
E’ evidente che il sistema difensivo rossonero presenti delle lacune. Fonseca, nel corso dell’estate ha richiesto alcuni cambiamenti rispetto al passato, analizzando come il reparto difensivo fosse la problematica maggiore sul quale intervenire. Ha chiesto aggressione, possesso, compattezza, tutti elementi che, sino a ora, non sono fuoriusciti dalle caratteristiche degli interpreti messi in campo. Ma più che far venire fuori l’aspetto tattico di tali lacune (compito che spetta al tecnico in questa settimana di preparazione), ciò che deve immediatamente mutare in casa Milan è l’atteggiamento. Non saranno più ammesse lente (o addirittura assenti) rincorse verso l’avversario – un esempio? Theo Hernandez a Parma -, non ci sarà più spazio per individualismi, ma si dovrà lavorare di gruppo per ritrovare la mentalità vincente che da sempre contraddistingue un club glorioso e storico come il Milan.
SOLUZIONI? GABBIA
Se poi vogliamo spingerci un po’ più in là, vien da chiederci che fino abbia fatto Matteo Gabbia, ancora a quota 0 minuti in quest'annata. Considerando l’impatto positivo di Pavlovic, unico elemento difensivo che si è salvato dalle critiche grazie alle sue ottime prestazioni sul campo, è normale porsi il quesito su chi possa essere il suo compagno di reparto ideale. Il centrale serbo è roccioso, gioca d’anticipo, combatte su tutti i palloni e al suo fianco ha bisogno di un giocatore affidabile che sappia rincorrere indietro la profondità, dare copertura e mantenere sempre la posizione corretta, magari anche impostando il gioco in fase di possesso. Tutte caratteristiche che Tomori, in questo momento, non sta garantendo e che invece Gabbia ha mostrato di possedere nei sei mesi dal suo rientro (dal prestito al Villarreal) a gennaio. Uomo spogliatoio, ragazzo che non ha mai detto una parola fuori posto e uno degli ultimi simboli del milanismo azzurro in quel di Milanello. Il classe ‘99 ha dato prova delle sue qualità (1.5 tackle a partita, solo 1.5 falli commessi a partita, 3.4 possessi recuperati, 58% di duelli vinti – di cui il 53% palla a terra e il 65% aerei – nell’ultima stagione), dimostrandosi tra i più utilizzati da Stefano Pioli. Quest’anno, deve ancora disputare un singolo minuto: dunque, perché non affidargli le chiavi del reparto in questo decisivo trittico (Venezia, Liverpool e Inter) di sfide? La sua applicazione e dedizione meritano un’occasione.