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Milan, Conceicao sceglie la linea dura e Leao non si ferma in panchina: cosa può succedere per il futuro
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L’EPISODIO – Intervallo, Milan sotto di una rete (il clamoroso autogol di Thiaw su errore di Maignan). Conceicao pensa, riflette su come motivare i propri uomini e sulla chiave da utilizzare che possa far svoltare la sfida. Ed ecco la sorpresa: esce il numero 10 Leao, entra il 29 Fofana. Fuori il talento portoghese, dentro un centrocampista di contenimento per dare maggior equilibrio ai Fab Four (rimasti in Three in campo, da quel momento in poi) e trovare soluzioni alternative per far male al Torino. Certo, il lusitano non aveva giocato una partita da far scintillare gli occhi: solo 11 passaggi positivi, ben 11 palloni persi e la miseria di cinque duelli vinti con un solo dribbling portato a termine. Non il massimo per chi ha la responsabilità di portare il peso offensivo sulle proprie spalle ed essere il trascinatore dei rossoneri. Eppure Leao qualche segnale l’aveva dato: è dal suo colpo di testa che nasce l’assegnazione del calcio di rigore, poi parato da Milinkovic-Savic a Pulisic.
NON TORNA IN PANCHINA - Poteva senz’altro dare di più alla causa dei meneghini, ma la sensazione che lascia la sua sostituzione tende verso l’amaro: nessuno si aspettava quel cambio, men che meno Leao, l’unico nel reparto d’attacco a vivere un buon periodo dal punto di vista fisico-atletico (Pulisic ha avuto qualche piccolo problemino recentemente, Joao Felix non era al massimo e Gimenez non è ancora al 100% delle sue condizioni). Ma la sostituzione arriva, a differenza di Leao che, come riportato da La Gazzetta dello Sport, non è tornato in panchina, come usualmente fa. Un argomento che rischia di far discutere e sul quale Conceicao ha già avuto modo di esporsi: “Il cambio di Leao per scelta tecnica o per un problema fisico? Un po' tutte e due. Ho visto che Rafa non era al meglio, ci sono anche altri giocatori. Tutti sono importanti per il Milan, secondo me non bisogna andare sulle sostituzioni e sulla formazione quando si prendono gol così ridicoli".
LINEA DURA – Una motivazione che convince a metà. Leao può sempre fornire un minimo di spunti alla manovra rossonera (seppur la sua prestazione, come il resto del reparto offensivo, fosse altamente insufficiente) e godeva di una condizione atletica ideale per spingere e guidare l’assalto al Torino anche nella ripresa. In particolar modo, Joao Felix è sembrato maggiormente spento e bisognoso di rifiatare, lasciando spazio a forze fresche. Poi, è indubbio che in una serata in cui gli errori individuali la fanno da padrone e ti condizionano e indirizzano così tanto una partita in un senso o nell’altro, c’è ben poco da fare. Ma quello che non sorprende è la coerenza della linea scelta da Conceicao: dura, ferrea con il proprio top player. Il tecnico è stato deciso: panchina nelle ultime due partite di Serie A contro Empoli e Verona, stesso discorso in Coppa Italia con la Roma, ieri sostituzione all’intervallo. Una cura che funzionerà? In Toscana è stato decisivo con una rete, con gli scaligeri ha fornito l’assist a Gimenez. Ma se saranno rose, si dice, fioriranno.
E IL FUTURO? - Flora che colorerebbe di quel verde speranza le ambizioni Champions del Milan, chiamato a risalire la china definitivamente e ad abbandonare questo periodo di crisi. E una pennellata di luce sarebbe quanto di più necessario per tutto l’ambiente rossonero, anche perché questo rapporto fra Conceicao e Leao – seppur buono, come testimoniato sin dall’inizio dallo stesso classe ‘99 – è da mantenere monitorato. I presupposti per essere grandi insieme rimangono immutati, ma il feeling va sempre coltivato, annaffiato, curato. Come un fiore che deve sbocciare del tutto. La primavera si avvicina e quale periodo migliore per fiorire assieme? Meglio essere compatti adesso, uniti nella missione comune chiamata 4° posto, Champions League, traguardo fondamentale per la società e la proprietà per questioni sportive ed economiche. Così da non far arrivare l’estate e quei mesi dedicati al mercato. E senza Champions, con Conceicao sarà addio e il rischio di doversi sedere ad ascoltare le offerte (Barcellona? Arabia Saudita?) che arriveranno per Leao può farsi decisamente concreto. Uno scenario, per il bene di tutti, da evitare.
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PIPPONE GIÀ DETTO e RIDETTO. Mala tempora currunt et peiora parantur. Il Milan è stato "semplice...