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    Marotta: 'Vidal uomo dalla doppia vita. Sogno la politica, Giorgetti mi sfotte per Alcaraz'

    Marotta: 'Vidal uomo dalla doppia vita. Sogno la politica, Giorgetti mi sfotte per Alcaraz'

    Beppe Marotta si racconta tra passato, presente e futuro. L'amministratore delegato dell'Inter ha dichiarato in un'intervista al Corriere della Sera: "Mi sento come Salvatore, il bambino di Nuovo Cinema Paradiso: inizia come aiuto proiezionista al cinema del paese e diventa un grande regista. Ho coronato il sogno di una vita cominciando da bimbo a Varese, facendo il garzone del magazziniere. Il calcio ha da subito rappresentato il filo conduttore della mia esistenza. La mia fortuna è stata abitare a 500 metri dallo stadio Ossola e dalle finestre di casa vedevo i campi di allenamento della squadra che ai tempi era in Serie A. Mi affacciavo e mi dicevo: “Un giorno su quel campo voglio entrarci anch’io”. Avrò avuto 8 anni. Mi sono presentato davanti alla porta dello spogliatoio e ho chiesto ad Angelino, il magazziniere, di poter assistere agli allenamenti. Lui, dopo aver un po’ tergiversato, ha acconsentito a una condizione. Il patto era che io lo aiutassi a pulire gli scarpini, sgonfiare i palloni, mettere le maglie a lavare. In cambio potevo indossare la tuta del Varese e osservare le sedute. Poi ho fatto carriera... A 11 anni, il 4 febbraio del 1968, sono stato il raccattapalle di Varese-Juventus, 5-0. Un risultato storico, tripletta di Pietro Anastasi". 

    CON MARONI, MONTI E FONTANA - "Dopo le scuole medie, avendo una netta predilezione per le materie umanistiche mi sono iscritto al liceo classico Cairoli, dove tra l’altro si sono succeduti allievi come Bobo Maroni, Mario Monti, Attilio Fontana. Già all’epoca Maroni aveva la stoffa del politico, era nel movimento studentesco. Lui, che aveva due anni più di me, veniva a scuola con i quotidiani politici. Io con la Gazzetta. Però eravamo nella stessa squadra di calcio del liceo, con Attila. Fontana, era il suo soprannome. C’era anche Beppe Bonomi, il presidente della Sea. Giocavo da centrocampista, poi a 16 anni ho iniziato la carriera da dirigente. A 19 ero il responsabile del settore giovanile. Così, strada facendo, abbandonai l’altra inclinazione. Su Il Giornale, quotidiano locale dell’epoca, scrivevo il commento della A. Pezzi alla Sconcerti. A venticinque anni ero già presidente del club. Il primo acquisto? Michelangelo Rampulla dalla Pattese". 

    SU RECOBA, CASSANO E VIDAL - "Nel 1987 passo al Monza, mi alterno con Adriano Galliani che lascia la squadra l’anno precedente. È un’esperienza importante perché con Piero Frosio in panchina vinciamo il campionato di C". 
    "A Venezia percorsi il Canal Grande sul Bucintoro per festeggiare la promozione in A, un grande onore. Abitavo a Palazzo Albrizzi, dove per un certo periodo aveva preso dimora il Foscolo, amante della contessa. Recoba è stata una delle poche volte in cui le qualità del singolo hanno smentito l’assioma di Michael Jordan secondo cui con il talento si vincono le gare, ma con il lavoro di squadra si conquistano i campionati". 
    "Il giocatore che mi ha fatto più divertire? Cassano alla Sampdoria: ho accettato la sfida di Garrone di gestire la squadra pur in B. In otto anni l’abbiamo portata ai preliminari di Champions. Ma non dimentico Del Piero, Buffon e Ronaldo. Il più indisciplinato? Vidal, l’uomo dalla doppia vita". 

    LA POLITICA - "Mi hanno chiesto di entrare in politica. Siccome nella vita bisogna sempre avere un sogno nel cassetto il mio è quello di accedervi da tecnico, senza tessera di partito, per offrire il mio apporto in termini di competenza ed esperienza. Mi sta corteggiando il mio amico Giorgetti? No, guardi qui. Mi ha mandato un messaggio per prendermi in giro e dire che ci avevano soffiato loro Carlos Alcaraz del Racing. Giancarlo è tifoso del Southampton. Sono un moderato di centro, non a caso mi chiamavano il Kissinger del calcio. Ho avuto paura quando sono stato ricoverato nel 2021 per il Covid? Sì, perché non si conosceva l’evoluzione della malattia. Per qualche giorno ho indossato il casco, sono stati momenti difficili". 
     

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