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Le tre ragioni per cui l'Inter batterà la Juve e andrà in fuga per lo scudetto
Le ragioni per le quali l’Inter dovrebbe conquistare i tre punti e andare in fuga verso lo scudetto, sono sostanzialmente tre.
La prima: gioca meglio della Juve e ha subito meno gol.
La seconda: ha più fame e più voglia di vincere il titolo.
La terza: non perde due partite consecutive nemmeno se la prima è stata giocata meravigliando un grande avversario come il Barcellona.
Se a questo aggiungiamo che la Juve ha addirittura una caratura superiore rispetto all’Inter, mettiamo altra legna al falò di Conte: il meglio lo dà sempre contro i più forti che gli servono per aizzare gli istinti propri e dei suoi giocatori.
Eppure mentre all’Inter non sanno ancora se potranno disporre di Lukaku, ma hanno la certezza dell’assenza dello squalificato Sanchez, Sarri ha l’imbarazzo della scelta. Ormai Cuadrado terzino giocherebbe anche se fossero a disposizione Danilo e De Sciglio, De Ligt sta surrogando al meglio Chiellini e Ramsey ha convinto l’allenatore a proporre un sistema di gioco (4-3-1-2) che contempla il trequartista. Dietro di lui scalpita Bernardeschi, come alle spalle di Higuain si candida Dybala. Questo conferma che la rosa della Juve è certamente più vasta e qualitativa di quella dell’Inter, ma la partita sarà decisa dalle motivazioni. Non sarebbe così se il gap fosse più vasto, ma oggi l’Inter negli undici titolari pesa quanto la Juve.
Avere Lukaku in campo è sicuramente un vantaggio, però l’alternativa Politano toglierebbe riferimenti precisi alla marcatura di De Ligt. E’ vero che in questi giorni Bonucci ha spiegato in un’intervista a Sky che con Allegri si marcava a uomo nella zona e con Sarri a zona nella zona (cambia molto), tuttavia un attaccante atipico, rapido e volatile perché parte da lontano potrebbe fare male alla Juve.
Conte, inoltre, ha molti modi per arrivare alla vittoria: lo può fare con il pressing che conduce furibondo, la può fare con l’azione manovrata e l’aggiramento delle vie laterali, lo può fare in ripartenza. Ha però bisogno di una squadra che realizzi il gegenpressing alla Klopp, che corra in avanti e non abbassi troppo la linea di difesa, come accaduto in Champions.
Sono d’accordo con Sarri quando dice che la cosa più importante di una grande partita è la prestazione. Meno se afferma che la vittoria dell’Inter non sarebbe decisiva. Certo, che non deciderebbe l’assegnazione dello scudetto, ma, oltre a fare un balzo in avanti di cinque punti, i nerazzurri sarebbero alimentati da entusiasmo ed autostima. L’Inter di Conte non è l’Inter di Spalletti o la Roma di Garcia che si sfaldarono alla distanza, così come la settima vittoria consecutiva non sarebbe casuale, ma scaverebbe un fossato con la squadra più forte d’Italia.
Per me chi vince - anche fosse la Juve - scappa anche con la testa, solo il pareggio (che io non vedo) rimanderebbe ai tempi necessariamente lunghi e lenti del campionato.
In tutto questo mio discorso, non lontano dal paradosso, l’unica certezza è che con Inter e Juve scende in campo il meglio del calcio italiano, a beneficio di un San Siro colmo come non mai e di una platea televisiva enorme. L’attesa non sarà tradita.