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    Lazio, Vecino: "Non guardo oltre il contratto con i biancocelesti. Nazionale? Il mio tempo è passato"

    Lazio, Vecino: "Non guardo oltre il contratto con i biancocelesti. Nazionale? Il mio tempo è passato"

    Vuole tornare in Uruguay Matias Vecino, ma non ora. Il centrocampista della Lazio, in un'intervista rilasciata in patria, ai microfoni di AUFTV, ha dichiarato di non aver in mente al momento di cambiare città. A Roma si trova bene con la sua famiglia e l'idea è quella di rimanere almeno fino alla fine del contratto con i biancocelesti. Queste le sue parole:

    Ora è il momento di dare priorità alla mia famiglia. Il mio progetto di vita è tornare in Uruguay. Oggi non lo so, perché i miei figli crescono e hanno i loro amici qui. Per ora la mia idea è continuare in Italia, perché ci sentiamo a casa. E al momento non guardo oltre il contratto con la Lazio. In passato ci sono state delle chiamate, ma non dall'Uruguay. Non escludo di tornare a giocare lì, ma poi non dipenderà mai solo da me. Se dovessi tornare al Nacional dovrò essere in buone condizioni, perché è competitivo ed è un club che ti pretende. Vedremo più tardi.

    ADDIO ALLA NAZIONALE - Dichiarazioni che faranno senz'altro piacere ai tifosi laziali ma anche a Tudor, che sul mediano uruguayano ha fatto parecchio affidamento in questo finale di stagione e ha tutta l'intenzione di puntare sulla sua esperienza anche nella prossima. Di recente peraltro Vecino ha anche dato l'addio alla nazionale. Vuole dedicare la parte conclusiva della sua carriera solo agli impegni con il club, lasciano il posto alle nuove leve della Celeste: "Il tempo è passato ed è normale che i cicli finiscano. Stanno arrivando le nuove generazioni e bisogna essere onesti con sé stessi. Per questo ho deciso di chiudere. Dopo il Mondiale in Qatar ho cominciato a pensare che sarebbe iniziato un nuovo ciclo. Che era giunto il momento di lasciare il posto alle generazioni che venivano dietro. In quel momento, per la frustrazione, non volevo prendere una decisione affrettata. Ho lasciato passare un po' di tempo. Poi è arrivato Marcelo Bielsa, che mi ha fatto sempre sentire partecipe del gruppo, ma ho capito che avevo già dato il massimo. Dopo l'amichevole con la rappresentativa dei Paesi Baschi ho comunicato la mia decisione alla federazione. Aver giocato per la Celeste è stato uno dei miei più grandi traguardi e sento di aver dato tutto. La Nazionale non è qualcosa che va di pari passo con l'attività nel club. Stare in entrambi allo stesso tempo richiede molto sforzo fisico e mentale. Continuerò a giocare a livello di club ancora per qualche anno, ma sentivo che non potevo più dare alla squadra quanto meritava".

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