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    Intermania, 0 gol dopo i 3 derby. Barella e Lukaku recidivi: i precedenti, cosa cambia da Conte a Inzaghi

    Intermania, 0 gol dopo i 3 derby. Barella e Lukaku recidivi: i precedenti, cosa cambia da Conte a Inzaghi

    • Cristian Giudici
    Tre indizi fanno una prova. L'Inter si ferma ancora dopo il derby. In seguito alla vittoria di misura contro il Milan, i nerazzurri non riescono ad andare oltre lo 0-0 nel posticipo di ieri sera sul campo della Sampdoria. Piuttosto che niente è meglio un punto, specialmente ripensando alle sconfitte con Bayern ed Empoli arrivate a San Siro dopo le altre due stracittadine stagionali in campionato e Supercoppa, sempre senza trovare la via del gol. In una partita "bruttina" nonostante i 25 tiri effettuati dall'Inter, cattura l'attenzione la lite in campo tra Barella e Lukaku. Entrambi non sono nuovi a episodi del genere. 

    BARELLA VIGILE - Da buon italiano, il centrocampista è abituato a gesticolare in campo. L'ultimo esempio in ordine di tempo si era verificato nel derby di una settimana fa, quando si era disperato con Lautaro, colpevole di avergli soffiato il pallone segnando il 2-0, poi annullato per fuorigioco dello stesso attaccante argentino. Sempre in questa stagione Barella aveva esagerato nello "sbracciare" in occasione della sconfitta interna con la Roma. 

    LUKAKU (S)PARLA - Dal canto suo l'attaccante belga non ce l'ha fatta a stare zitto e lo ha ripreso in campo davanti a tutti, telecamere comprese, con tanto di insulti. Anche per lui non si tratta della prima volta. Basti pensare alle lite nello spogliatoio avvenuta dopo il pareggio in Champions League contro lo Slavia Praga. Era il settembre del 2019 e, scherzo del destino, proprio Barella evitò la sconfitta firmando l'1-1 nei minuti di recupero. Lukaku parlò alla squadra, spronandola a dare di più. Brozovic si sentì chiamato in causa direttamente e gli rispose a muso duro, tanto che poi si rese necessario l'intervento dei compagni per evitare uno scontro fisico tra i due. I quali, pochi giorni più tardi, segnarono i gol nel derby vinto 2-0 contro il Milan. 

    DA CONTE A INZAGHI - Antonio Conte commentò in conferenza stampa: "Avercene di problemi con gente come loro, sono due ragazzi eccezionali. Se succede qualcosa ben venga, vuol dire che c'è sangue e voglia da parte di tutti. Anche a me è capitato di litigare con un compagno e poi di andarci a cena insieme il giorno stesso".
    Apparentemente Simone Inzaghi sembra pensarla diversamente: "Sono cose che non devono succedere e che non voglio vedere", ha dichiarato ieri sera nel post-partita. 

    IL CASO LAUTARO - In realtà, più che gli allenatori, la differenza la fa il contesto. Perché i panni sporchi si lavano in famiglia: nello spogliatoio e non in campo, dove anche Conte non tollerava scenate del genere. Rivedere per credere la sua sfuriata contro Lautaro, entrato dalla panchina e sostituito (inveendo contro il tecnico) con la Roma a scudetto già vinto: "Porta rispetto, non fare il fenomeno del ca…".

    CIRO E PAOLO - Un altro paio di casi c'erano stati ai tempi di Simone Inzaghi alla Lazio: prima da calciatore (con Di Canio che lo riprese per non averlo festeggiato dopo un gol segnato su rigore che avrebbe voluto tirare lui, proprio a Genova contro la Sampdoria nel 2004) e poi tre anni e mezzo fa da allenatore con Immobile al momento del cambio con Caicedo contro il Parma all'Olimpico. Questione di carattere. 
     

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