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Inter, Inzaghi non si priva (ancora) di Mkhitaryan: a Udine l'ultima difesa del trono di irrinunciabile
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UDINESE-INTER: COSA FILTRA SULLA FORMAZIONE DI INZAGHI
SEMPRE IN CAMPO - Non salta nemmeno le amichevoli, tanta è la sua utilità in campo, tanto bene si inserisce nello spartito che i nerazzurri suonano in campo. L'anno scorso, l'armeno e Barella hanno avuto buon gioco nel limitare il tempo di impiego di Frattesi, anche perché l'altra alternativa era il modesto Klaassen, e quindi il ballottaggio, semmai, era tra i due italiani. Quest'anno, con l'arrivo di Zielinski, le cose si sono fatte un po' più intricate, ma Mkhitaryan, per il momento, ne sta uscendo ancora avanti: solo a Manchester è partito dalla panchina. Eppure le fondamenta di questa gerarchia stanno cominciando a scricchiolare.
SEGNALI NEGATIVI - Proprio in Inghilterra, dopo il non entusiasmante pareggio di Monza, il primo acuto di Zielinski, che ha giocato una partita ottima prima dell'ingresso dell'ex Roma e Manchester United, autore poi di un errore sottoporta di cui Inzaghi si è rammaricato pubblicamente, anche più del tacco di Darmian per nessuno. Quindi la sconfitta nel derby contro il Milan, che parte dal gol di Pulisic bravo a soffiare palla proprio a Mkhitaryan sugli sviluppi di un fallo laterale per l'Inter. Chiaro che né quella rete, né il risultato sono da imputare solamente al 35enne, ma è lecito cominciare quantomeno a mettere in dubbio il suo titolo di irrinunciabile. Un titolo che, se le indiscrezioni della vigilia saranno confermate alla lettura delle formazioni ufficiali, Henrikh avrà la possibilità di difendere al Bluenergy Stadium. In caso di fallimento, la sensazione è che possa succedere qualcosa che per tutti è la normalità, ma che in questo caso sarebbe una novità assoluta: l'armeno, incredibile a dirsi, entrerebbe nelle rotazioni imposte dal turnover.
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