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    Il PSG è Mbappé, non Messi e Neymar: segnale chiaro per il futuro

    Il PSG è Mbappé, non Messi e Neymar: segnale chiaro per il futuro

    • Federico Albrizio
    A Parigi si è spenta la luce delle stelle. La sconfitta incassata dal Paris Saint-Germain contro il Bayern Monaco non compromette in maniera definitiva la possibilità di accedere ai quarti di finale, lo 0-1 lascia la porta aperta per la rimonta in Baviera, ma certifica il momento delicato che sta vivendo il club: tre sconfitte consecutive (tra Ligue 1, Coupe de France e Champions League), non si vedevano dal 2011, e uno spogliatoio con i nervi tesissimi. E certifica anche un'altra realtà: il PSG è Mbappé, non Messi e Neymar.

    UN'ORA DI BUIO - Kylian ha fatto l'impossibile per essere almeno a disposizione di Galtier, ma pensare a un suo impiego dal 1' contro il Bayern era impensabile per ammissione dello stesso tecnico. Tutto sulle spalle di Leo e Ney quindi, non esattamente gli ultimi arrivati, ma il risultato è stato impietoso: un primo tempo senza concludere neanche una volta in porta, nel complesso contro il Bayern un'ora di nulla in termini di produzione offensiva. Il tutto sotto gli occhi di Al-Khelaifi e non solo, anche dello sceicco Al-Thani che ha osservato attonito lo 'spettacolo'. E' stato necessario mandare in campo Mbappé per iniziare a vedere qualcosa, è stato necessario appoggiarsi sulle sue di spalle per provare a raddrizzare l'incontro. E tutte le occasioni pericolose costruite dai parigini hanno portato inevitabilmente la firma di Kylian, dalla parata di Sommer al gol annullato (dello stesso numero 7) fino alle occasioni di Messi e Vitinha.

    SEGNALE PER IL FUTURO - C'è un PSG con Mbappé e un PSG senza Mbappé e la differenza ad oggi è abissale. E neanche Messi e Neymar sono in grado di colmarla. Una considerazione che rilancia un tema caldissimo in questi giorni a Parigi: arrivati a questo punto, sull'orlo del fallimento di un'altra campagna europea, si può pensare che i due ex Barcellona non siano più essenziali per il progetto? E' un'idea che ha già accarezzato la mente di Al-Khelaifi e che ora si insinua anche in quella dello sceicco Al-Thani. D'altronde Leo e Ney non vivono un momento particolarmente roseo con l'ambiente: l'argentino non ha digerito i fischi riservatigli dai tifosi dopo l'eliminazione in Champions della scorsa stagione e nel complesso gli viene rinfacciato di non aver fatto fare il salto di qualità definitivo al PSG. Discorso analogo per il brasiliano, che però aggiunge anche problemi con parte dello spogliatoio (Marquinhos e Donnarumma per esempio). Non c'entra più solo lo sforzo mastodontico fatto la scorsa estate per spegnere l'entusiasmo del Real Madrid e trattenerlo all'ombra della Tour Eiffel, Mbappé è il centro di gravità permamente di tutto il sistema presente e futuro e l'unico ad essere ritenuto essenziale per poter trasformare la Champions da incubo a lucida realtà. E la notte del Parco dei Principi lo mostra un'altra volta: di lui non si può fare a meno, degli altri sì. Un segnale forte, anche in vista del prossimo mercato estivo, con Messi in scadenza e Neymar in odore di cessione. Il tutto sotto lo sguardo di Al-Thani che si aspettava una notte di stelle, non di un solo astro.

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