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E al settimo giorno Furlani fece l'Ibrahimovic. Basterà a chiudere il caso Theo-Leao e blindare Fonseca?
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E al settimo giorno Giorgio Furlani indossò i panni di Zlatan Ibrahimovic. Potremmo parafrasare così l’apparizione dell’amministrazione delegato del Milan in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’ultimo acquisto dell’estate Tammy Abraham. In assenza dell’ex campione svedese - “Era un’assenza programmata da tempo, non credo che siamo tenuti a comunicare ogni spostamento della dirigenza”, ha chiosato il CEO di via Aldo Rossi sulla mancanza di Ibra a Roma nell’ultimo weekend a Roma - è stato Furlani a fare gli onori di casa e ad offrire su diversi temi la versione della società. A partire dal caso del momento e dall’eco suscitata dall”ammutinamento” di Theo Hernandez e Rafael Leao durante il cooling break di Lazio-Milan dopo la clamorosa esclusione dalla formazione titolare.
IBRA E MONCADA IN TACKLE SU THEO E LEAO
LA VOCE DEL CLUB - "Se ne è parlato tanto, anzi troppo. Noi della dirigenza e i giocatori stessi eravamo sorpresi dalla reazione che c'è stata. E' un non-evento per noi". Una presa di posizione chiara che prova ad archiviare definitivamente una situazione che non ha certo contribuito a fare buona pubblicità all’immagine della formazione rossonera, a maggior ragione in un momento molto delicato sotto il profilo dei risultati. E che non toglie, come ha raccontato La Gazzetta dello Sport, che la questione sia stata già affrontata e verrà ulteriormente gestita internamente tra i diretti protagonisti e i massimi vertici del Milan. Se sabato scorso, a stretto giro di posta, nessun esponente di spicco del club aveva prestato il suo volto per commentare un fatto che ha suscitato un evidente clamore, il ritorno davanti a microfoni e telecamere di Furlani è un messaggio importante e divenuto fondamentale alla luce della delicatezza della vicenda e del momento attraversato dalla squadra di Fonseca.
E' IL MILAN DI FONSECA MA SEMBRA QUELLO DI PIOLI!
IN DIFESA DI FONSECA - Proprio la posizione dell’allenatore portoghese, nell’occhio del ciclone dopo i soli due punti raccolti nelle prime tre uscite di campionato e le tantissime perplessità suscitate sul piano del gioco, è stato l’altro grande tema sul quale Furlani ha deciso di mettere un punto. Un tecnico sul quale c’è in calce la firma di Zlatan Ibrahimovic, che nella sua prima conferenza nelle vesti di senior advisor operativo a tutti gli effetti di RedBird introdusse il successore di Stefano Pioli. Ma che, data la sua assenza nell’ultimo turno di Serie A, non ha avuto la possibilità di difendere la posizione che inizia ad essere traballante ed esposta agli spifferi dell’ex Lille. Ecco dunque che è toccato a Furlani provare a serrare le fila e infondere fiducia in vista di una ripresa che presenterà un delicatissimo trittico con Venezia, Liverpool e Inter. "Quanto aspetteremo Fonseca? Avremmo voluto fare 9 punti, ovvio, ma non c'è panico. Non parlerei di partite importanti o altre cose del genere. Siamo soddisfatti del lavoro che il mister ha fatto in preparazione, siamo con lui e anche la squadra lo è", ha dichiarato l’ad archiviando la questione.
FONSECA RISCHIA L'ESONERO? LE INDISCREZIONI
Basterà a far trascorrere al Milan due settimane serene durante la sosta riservata alle nazionali e allontanare i veleni che stanno minando l’inizio dell’avventura di Fonseca? Una partenza fortemente a rilento che non ha certo contribuito ad allontanare lo scetticismo che ha accompagnato il ritorno in Italia del portoghese. Quel che è certo è che nel settimo giorno Furlani ha indossato i panni di Ibra: basterà a scacciare i primi venti di crisi?
IBRA E MONCADA IN TACKLE SU THEO E LEAO
LA VOCE DEL CLUB - "Se ne è parlato tanto, anzi troppo. Noi della dirigenza e i giocatori stessi eravamo sorpresi dalla reazione che c'è stata. E' un non-evento per noi". Una presa di posizione chiara che prova ad archiviare definitivamente una situazione che non ha certo contribuito a fare buona pubblicità all’immagine della formazione rossonera, a maggior ragione in un momento molto delicato sotto il profilo dei risultati. E che non toglie, come ha raccontato La Gazzetta dello Sport, che la questione sia stata già affrontata e verrà ulteriormente gestita internamente tra i diretti protagonisti e i massimi vertici del Milan. Se sabato scorso, a stretto giro di posta, nessun esponente di spicco del club aveva prestato il suo volto per commentare un fatto che ha suscitato un evidente clamore, il ritorno davanti a microfoni e telecamere di Furlani è un messaggio importante e divenuto fondamentale alla luce della delicatezza della vicenda e del momento attraversato dalla squadra di Fonseca.
E' IL MILAN DI FONSECA MA SEMBRA QUELLO DI PIOLI!
IN DIFESA DI FONSECA - Proprio la posizione dell’allenatore portoghese, nell’occhio del ciclone dopo i soli due punti raccolti nelle prime tre uscite di campionato e le tantissime perplessità suscitate sul piano del gioco, è stato l’altro grande tema sul quale Furlani ha deciso di mettere un punto. Un tecnico sul quale c’è in calce la firma di Zlatan Ibrahimovic, che nella sua prima conferenza nelle vesti di senior advisor operativo a tutti gli effetti di RedBird introdusse il successore di Stefano Pioli. Ma che, data la sua assenza nell’ultimo turno di Serie A, non ha avuto la possibilità di difendere la posizione che inizia ad essere traballante ed esposta agli spifferi dell’ex Lille. Ecco dunque che è toccato a Furlani provare a serrare le fila e infondere fiducia in vista di una ripresa che presenterà un delicatissimo trittico con Venezia, Liverpool e Inter. "Quanto aspetteremo Fonseca? Avremmo voluto fare 9 punti, ovvio, ma non c'è panico. Non parlerei di partite importanti o altre cose del genere. Siamo soddisfatti del lavoro che il mister ha fatto in preparazione, siamo con lui e anche la squadra lo è", ha dichiarato l’ad archiviando la questione.
FONSECA RISCHIA L'ESONERO? LE INDISCREZIONI
Basterà a far trascorrere al Milan due settimane serene durante la sosta riservata alle nazionali e allontanare i veleni che stanno minando l’inizio dell’avventura di Fonseca? Una partenza fortemente a rilento che non ha certo contribuito ad allontanare lo scetticismo che ha accompagnato il ritorno in Italia del portoghese. Quel che è certo è che nel settimo giorno Furlani ha indossato i panni di Ibra: basterà a scacciare i primi venti di crisi?