Che fine ha fatto? Amoroso, bomber brasiliano più fragile del cristallo
Talento, fiuto del gol, velocità e tecnica. Tutto questo non basta, però, quando devi eternamente combattere contro la sfortuna e i guai fisici. Questa è stata la costante nella carriera di Marcio Amoroso, attaccante brasiliano dotato di grandi mezzi, ma che non è mai risucito a raggiungere i livelli sperati perchè costantemente sconfitto dalla malasorte.
SI PRESENTA AL MONDO - Amoroso nasce a Brasilia nel 1974, ma la sua storia è diversa da quella di tanti suo connazionali arrivati in Europa. Cresciuto in una famiglia benestante non ha mai visto il calcio come un'ancora di salvezza per sfuggire alla miseria, ma come un divertimento, attaggiamento che lo ha contraddistinto anche una volta diventato professionista affermato. Cresce calcisticamente nel Guarani, e come molti ragazzi carioca tenta l'avventura in Giappone a soli 18 anni, ma la sua avventura ai Verdy Kawasaki dura solo una stagione. Vittima della saudade torna in patria, e grazie ai suoi 28 gol in 39 presenze, che gli valgono il Pallone d'Oro brasiliano, viene notato dal blasonato Flamengo. La sua costante battaglia contro la sfortuna inizia proprio con la maglia rubro-negro, con la quale subisce il primo di una interminabile serie di infortuni alle ginocchia. Nonostante questo l'Udinese decide di puntare su di lui e lo preleva in prestito per 800 milioni di lire.
SULLE ORME DI ZICO - E' proprio il fantasista carioca a presentare Amoroso alla piazza di Udine, ma nonostante un evento in pompa magna l'avventura in Friuli non inizia nel migliore dei modi. L'ambientamento risulta essere complicato, Zaccheroni nonostante i continui attestati di stima lo impiega con il contagocce, fino a quando per una serie di infortuni dei compagni di reparto gioca, firma una doppietta e si prende il posto da titolare. Zaccheroni lo schiera da attaccante esterno per sfruttare la sua velocità e il senso del gol, mossa che lo porta a chiudere la prima stagione italiana a quota 12 gol e che gli vale la conferma. L'anno successivo inizia il calvario di Amoroso: una serie interminabile di piccoli acciacchi ne limitano il rendimento, nonostante ciò l'Udinese riesce comunque a raggiungere un inaspettato terzo posto. La beffa arriva a due mesi dal Mondiale di Francia '98. Il ct carioca Zagallo lo considera imprescindibile ("Il Brasile è Amoroso più altri dieci"), ma Amoroso subisce un infortunio al petto e non viene convocato per la rassegna iridata. L'apice a livello personale lo raggiunge la stagione successiva quando totalizza 22 gol che gli valgono il titolo di capocannoniere. Il successo arriva anche con la maglia carioca, con la quale conquista la Coppa America. Ma la sfortuna non lo abbandona neanche in Paraguay e durante i quarti di finale contro l'Argentina si rompe il menisco in seguito ad un fallo di Diego Simeone.
CALVARIO A PARMA - Il patron del Parma Callisto Tanzi se ne innamora, e nell'estate del 1999 lo acquista per l'equivalente di 28 milioni di euro. In Emilia Amoroso continua a dimostrare tutta la sua fragilità fisica. Tartassato dai falli degli avversari viene messo ripetutamente ko e non riesce mai a trovare la continuità di cui avrebbe bisogno anche a causa di continue incomprensioni con il tecnico Renzo Ulivieri. Dopo due stagioni, 51 partite e 18 gol, viene ceduto ai tedeschi del Borussia Dortmund.
CAMPIONE DI GERMANIA E DEL MONDO - Con i gialloneri di Renania Amoroso vive una prima stagione trionfale: 26 gol in 43 presenze e la conquista del Meisterschale, ma l'escalation di problemi fisici continua anche in terra tedesca. Dopo il trionfo arrivano i problemi muscolari e poi nuovamente problemi ai legamenti del ginocchio fino a quando, nell'estate del 2003, dopo 6 reti in 6 presenze, la società di Dortmund decide di rescindere il suo contratto con due anni di anticipo. Al Malaga trova continuità di impiego ma non i gol, così nel giugno del 2005 torna in patria al San Paolo, giusto in tempo per vincere una Coppa Libertadores e la Coppa del Mondo per club contro il Liverpool di Benitez.
METEORA AL MILAN - All'età di trentadue anni, con una lunga serie di infortuni alle spalle, avviene l'imponderabile: Amoroso torna in Italia, nel Milan. Galliani decide di puntare su di lui per sostituire il partente Bobo Vieri, ma i risultati non sono quelli sperati: solo 5 presenze e 1 gol in maglia rossonera. Un nuovo ritorno in Brasile con le maglie di Corinthias e Gremio, e una piccola parentesi con i greci dell'Arsi Salonicco accompagnano Amoroso verso il viale del tramonto.
MARCIO OGGI - L'attaccante brasiliano è rimasto indissolubilmente legato a Udine e il Friuli, tanto che il suo primogenito nato all'epoca della militanza bianconera, è stato ad un passo dall'approdare nella formazione Primavera del club di Pozzo. Amoroso, che torna in Italia ogni volta che ne ha l'occasione, proprio grazie alla grande conoscenza che ha del nostro calcio, si diverte a commentare la Serie A per una televisione brasiliana. L'attività di telecronista rimane però un hobby perchè Marcio Amoroso si dedica a tempo pieno alla gestione dell'impresa di famiglia che opera nel campo dell'edilizia.