
Che fine ha fatto Gabbiadini? "A Dubai che caldo, il calcio vero mi manca. Se potessi rigiocare Italia-Svezia..."
- 1
Manolo, perché Dubai?
"Nel giugno 2023 la Samp fu molto chiara: per problemi economici doveva vendermi. Il mio ciclo lì era finito. Ranieri mi chiamò per portarmi a Cagliari, però il club sperava di strappare un prestito. Non volevo aspettare gli ultimi giorni di mercato. Poi arrivò l’offerta da Dubai. È stata ovviamente una scelta di vita più che sportiva: alla mia età era giusto pensare anche al contratto".
Come si svolge la giornata?
"Adesso (le 13.30 italiane di ieri, le 15.30 a Dubai, ndr) ci sono 36 gradi. Gli allenamenti sono alle 16.30 in inverno e poi vengono spostati progressivamente in avanti in base alla temperatura. Durante il Ramadan ci si allena alle 21 e si va a letto tardissimo. Noi abitiamo vicino alla Palma di Jumeirah e per andare al campo mi basta poco più di un quarto d’ora. Ma se c’è traffico ci metto 40-45 minuti".
Le manca il calcio vero?
"Certo. Mi mancano soprattutto i tifosi. Qui il calcio è molto seguito, ma allo stadio spesso c’è poca gente anche per le temperature: a volte giochi con 500 spettatori, poi magari in una sfida importante sono 30.000. Mi capita di ripensare a Marassi o al clima delle trasferte, a quelle emozioni. Mi sono dovuto adeguare ai ritmi. In Italia se il ritrovo nello spogliatoio è alle 15, con un minuto di ritardo prendi la multa. Qui i puntuali sono due o tre. Ma poi in allenamento e partita vanno tutti forte, altrimenti vengono cacciati. Io sono bergamasco, precisino, ma se prendi tutto seriamente diventi matto. Così ho imparato ad apprezzare tante cose. Come dicono loro: scialla. O enjoy".
Qual è stato il Manolo più forte?
"Forse quello del 2014-15, stagione a metà tra Samp e Napoli, con 15 gol in A. Ho bei ricordi di tutte le tappe. Il settore giovanile dell’Atalanta e l’esordio quando ancora non ero pronto. L’esplosione a Bologna dove ho conosciuto Martina. L‘incredibile affetto dei tifosi della Samp, con cui mi sentirò sempre in debito: sono preoccupato per la classifica. I due anni di Napoli che mi sembrano dieci per la quantità di calore e di bellezza che ho trovato. E poi la Premier: a 14 anni quando conobbi Silvio Pagliari, il mio procuratore, gli dissi che un giorno avrei voluto giocare lì e mi rispose che se lo sarebbe segnato sull’agenda. Il giorno che firmai per il Southampton coronai quel sogno: è stata un’esperienza incredibile".
Il dispiacere più grande è l’eliminazione contro la Svezia al playoff Mondiale?
"Se potessi cambiare una cosa, sarebbe quel risultato. Una botta incredibile per tutta l’Italia".
Commenti
(1)Scrivi il tuo commento
sottolineerei il titolo CALCIO VERO... parole sante