
Ce l'ho con... Arrivabene parla di giovani e sostenibilità ma Allegri spinge per Di Maria e Pogba: alla Juve chi comanda?
LE DUE ANIME DELLA JUVE - E quindi, delle due l'una: o Arrivabene si è perfettamente calato nel nuovo ruolo di dirigente calcistico, trasformandosi in un abile depistatore, oppure alla Juventus convivono in questo momento due anime completamente slegate l'una dall'altra e ognuna delle quali si fa portatrice di idee ed esigenze diverse. L'ex team principal della Ferrari risponde alle richieste che arrivano dall'altissimo - fronte Exor e John Elkann - di ricostruire una squadra massimamente competitiva in Italia ed in Europa ma intraprendendo un percorso virtuoso, dall'altra parte Massimiliano Allegri spinge per avere calciatori pronti per vincere subito e conta sulla sponda del presidente Agnelli che - richiamandolo dopo due anni di sosta e facendogli firmare un ricchissimo quadriennale - gli ha dato formalmente carta bianca per aprire un nuovo ciclo. Dirottando parte di quegli investimenti finanziati dal famoso aumento di capitale da 400 milioni di euro da operazioni di maggiore prospettiva ad affari di impatto istantaneo.
UN ALTRO AZZARDO - Una sorta di all-in, una nuova scommessa dopo il colpo Cristiano Ronaldo: una strategia che sconfesserebbe in toto i propositi dei mesi scorsi e denuncerebbe l'assenza di una vera programmazione da parte dei vertici bianconeri. Vincere sarà pure l'unica cosa che conta, come amano ripetere nel quartier generale della Continassa, ma la Juventus potrebbe permettersi un'altra brusca sterzata come quella che ha portato alla frettolosa e raffazzonata campagna acquisti/cessioni della passata estate? Ammesso e non concesso che siano stati fatti molto bene i conti quando si è deciso di rinunciare a un perno come Dybala, quando sono cambiate le linee guida in merito al futuro di Morata, Kean e Bernardeschi - per non parlare dei soldi o dei risparmi che si confida di ottenere dalla risoluzione di casi come Alex Sandro, Arthur e Ramsey - puntare quasi esclusivamente su parametri zero con ingaggi tra i 7 e gli 8 milioni di euro è il modo più giusto per contrastare il ritorno ad alti livelli della Milano calcistica?