
Atalanta, 2025 da incubo: non segna più e in casa non sa più vincere, rischia la Champions. I motivi dell'involuzione
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L’ERRORE NEI CAMBI- Il nervosismo e la concitazione alla ricerca disperata del pareggio non hanno aiutato, ma alla mezzora c’è stato un vero e proprio patatrac nella panchina nerazzurra. Invece che capire “Ede”, Ederson, il centrocampista che doveva uscire, l’addetto al cambio e il vice hanno capito “Ade”, il fantasista Lookman che il Gasp non voleva ancora togliere. Anche perché a Firenze, sostiuendo sia Retegui che Lookman al 55’, poi ha perso 1-0. E con la Lazio stava capitando proprio lo stesso, a causa della disattenzione per la rete di Isaksen. Invece, anche stasera, per un errore di comunicazione, Retegui e Lookman escono nello stesso momento. E sempre al posto di Maldini e Samardzic. Due cambi non all’altezza. Per la Lazio è arrivato il sedicesimo gol dalla panchina, mentre per i bergamaschi i sostituti continuano a non spaccare la gara, anzi. Maldini spreca, perde palloni, Samardzic non avanza. E De Ketelaere, che ha riposato nel primo tempo, resta ancora a zero. Non segna in campionato dal 22 dicembre. La stessa data dell’ultima vittoria casalinga dell’Atalanta che domenica ospiterà il Bologna, a -2 prima di affrontare domani il Napoli. La Champions è appesa a un filo: anche la Juve ora è a -2.
LE PAROLE DEL GASP- "Questa è una stupidata”, commenta il Gasp a fine gara sull’ipotesi che possano avere inciso le sue parole del 22 febbraio (“Non rinnovo”) sui risultati in calo della squadra dopo aver trascorso il Natale in vetta, “Dopo quelle parole abbiamo vinto 5-0 contro l'Empoli e 4-0 contro la Juventus. Mi sembra una cosa di comodo gettata così. Nessuno si è mai tirato indietro, l'anno scorso ho firmato ad agosto, dopo la prima di campionato. Questa cosa non c'entra niente, è un tentativo di cercare alibi”. Tutto è quindi rimandato alla tavola rotonda che avverrà la settimana dopo l’ultima giornata, dal 26 maggio. Un sesto anniversario della prima Champions della storia che potrebbe rivelarsi solo un ricordo amaro.
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