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Milan, Scaroni a sorpresa: "Leao? Se ci danno 150 milioni l'ho già impacchettato"
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Parole destinate a destare scalpore, quelle pronunciate da Scaroni e divulgate dall'agenzia Dire, a poche settimane dall'inizio degli Europei e a un mese dall'apertura di un mercato che si preannuncia rovente, con il nome dell'attaccante portoghese accostato a diversi top club europei, soprattutto al Paris Saint-Germain alla ricerca del successore di Kylian Mbappé.
PRIORITA' AL CENTRAVANTI - Scaroni, nei giardini del Quirinale per il tradizionale ricevimento offerto dal presidente della Repubblica per il 2 giugno, si è intrattenuto con un uomo, tifoso del Milan, mentre si attendeva l'arrivo di Sergio Mattarella. A voce alta, udito dal cronista dell'agenzia Dire, il presidente rossonero ha sottolineato la priorità per il prossimo mercato del Diavolo: "Adesso la priorità è il centravanti".
Una frase confermata anche dai movimenti della dirigenza milanista nelle ultime settimane, attiva sul fronte Joshua Zirkzee e non solo (Sesko, Gimenez, Guirassy alcuni degli altri nomi valutati). Nella rosa rossonera, d'altronde, c'è da sostituire Olivier Giroud: il centravanti francese ha salutato San Siro, lascia a parametro zero e ha già firmato con Los Angeles FC.
LEAO - Il tema più caldo però è il futuro di Rafael Leao. "E Leao, lo vendiamo?", la domanda del tifoso. Scaroni, riporta Dire, risponde in maniera secca: "Se ci danno 150 milioni l'ho già impacchettato... Io sono molto venale".
LA CLAUSOLA DI LEAO - Una cifra molto elevata, ma inferiore ai 170 milioni di euro della clausola rescissoria (cifra pagabile in tre rate) presente nel contratto del giocatore al classe 1999. Frasi che spalancano la porta al mercato, in attesa di capire se sul tavolo di Furlani e Moncada possa arrivare un'offerta di questa entità e se possa essere proprio la cessione di Leao a finanziare il mercato del Milan in estate.
LA SMENTITA DI SCARONI - Il Milan fa sapere poi che lo stesso Scaroni smentisce le parole a lui attribuite: "Il Presidente Scaroni smentisce di aver mai detto ad alcuna persona l'affermazione a lui attribuita, che peraltro non è neppure un suo pensiero".