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    Genoamania: Scamacca è megl'e Pellè

    Genoamania: Scamacca è megl'e Pellè

    • Marco Tripodi
    Toccate ferro, sfregate gli amuleti, tirate fuori i vostri portafortuna. E se volete strofinate pure parti del corpo che non si possono menzionare. D’altronde nel calcio, molto più che nella vita comune, la scaramanzia è da sempre una componente fondamentale del gioco. Una volta fatto tutto ciò, se siete tifosi del Genoaprendete il calendario e pianificatevi una primavera finalmente rilassata. Compatibilmente con la situazione contingente che si sta vivendo, per una volta non sarà il pallone a turbare il vostro sonno pre-estivo.
     
    L’espugnazione del Tardini permette finalmente di immaginare un finale di campionato rilassato per tutti coloro che hanno a cuore le sorti del club più antico d’Italia. Niente salvezze all’ultimo secondo, niente sbirciate in casa degli altri nella speranza che arrivano i risultati sperati, niente patemi da batticuore. Cose scontate altrove che assumono i contorni dell’anomalia sulla sponda rossoblù del Bisagno.
     
    Ovviamente la matematica e anche la storia dello sport più bello del mondo suggeriscono prudenza. Come sostenuto saggiamente da Andrea Masiello ieri sera nella pancia dello stadio parmense, la fatidica quota 40 è distante ancora tre vittorie. Un traguardo non impossibile quando al triplice fischio della stagione mancano ancora 900 minuti ma comunque ancora tutto da conquistare. Anche perché la gara di ieri ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, di come non ci si possa mai permettere distrazioni. Lo si è visto bene nel primo tempo quando il Genoa peggiore del Ballardini quater ha rischiato il naufragio contro la sua bestia nera dell’ultimo triennio. Troppa leggerezza, troppa sufficienza, troppa poca cattiveria. Caratteristiche che hanno dato fiducia ad un Parma già ringalluzzito dopo i tre punti strappati domenica scorsa alla Roma.
     
    Poi l’intuibile strigliata del mister al momento del the caldo ha rimesso in riga la truppa. Alla superba prodezza di Graziano Pellè (che ovviamente ha atteso il Grifone per tornare ad esultare in Serie A a quasi dieci anni di distanza dall’ultima volta) ha risposto un altrettanto superbo Gianluca Scamacca. La doppietta del centravanti romano, oltre che un premio personale ad un ragazzo che sembrava essersi smarrito nel labirinto dei complimenti, è anche lo specchio di una formazione tornata in campo con un piglio differente rispetto a quello adottato nei primi 45’. Le sbandate difensive sono rimaste, e lo dimostra il fatto che Mattia Perin abbia conteso la palma di migliore in campo al compagno con il numero 9 sulle spalle, ciò che è cambiato è però l’intensità di manovra e la voglia di far male sotto rete. Aspetti sufficienti per ribaltare la gara e garantirsi un bottino forse più generoso di quel che era lecito attendersi. Ma il calcio in fondo va così. A volte dà, come ieri, altre volte toglie, come a Roma, Torino o nel derby.
     
    Ciò che conta è che nel primo giorno di primavera il tifoso rossoblù può guardare alla stagione che verrà con un insolito ottimismo. Una sensazione smarrita dai tempi dell’era Gasperini che ora si torna a riassaporare. Non scordandosi, però, di tenere ben stretti a sé amuleti, portafortuna e cornetti vari...
     

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