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De Zerbi: “Non lascio il Marsiglia, non sono scappato nemmeno dallo Shakhtar sotto le bombe di Putin”
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LA CONFERENZA - "Il momento della verità per me è ogni giorno, non solo le partite ma anche gli allenamenti. Domani è una partita da tre punti, non da dodici. Sappiamo cosa dobbiamo fare per fare una buona partita, per cancellare i nostri errori. È una partita importante e abbiamo l’obiettivo di fare bene e vincere”.
RIENTRO DALLA SOSTA - "Abbiamo dovuto lavorare con sette-otto giocatori in meno. Abbiamo lavorato sulla fisicità, meno sulla tattica. Abbiamo una squadra forte, sappiamo cosa dobbiamo fare per progredire sia io che i giocatori che la società".
ADDIO? - “Dopo l'Auxerre, non ho usato parole forti, mi sono solo preso le mie responsabilità. Mi assumo la mia responsabilità. Io, i miei giocatori e il club in generale, non abbiamo accettato il match contro l’Auxerre. Sul campo non siamo stati sufficienti. Non posso accettare che in 5 gare casalinghe abbiamo fatto solo una vittoria, due pareggi e due sconfitte. Se credete che mi dimetterò, che sia quella la mia idea, ci tengo davvero a sottolineare che non sto fuggendo, non sono fuggito dallo Shakhtar nemmeno quando Putin ha lanciato i bombardamenti su Kiev. Io credo in questo OM, nei giocatori che alleno e non vado da nessuna parte”.
RABIOT - "Per me è davvero una scoperta. Non il giocatore, ovviamente, ma l'uomo. È un campione che ha questa umiltà adolescenziale tra virgolette. È uno che ama il calcio, ha questa passione. Siamo fortunati ad avere un giocatore come lui, come anche Hojbjerg. Cerco sempre di mettere i giocatori nelle migliori condizioni possibili. È un gruppo che gioca insieme da pochissimo tempo, siamo contenti di Rabiot, è già riuscito a diventare un giocatore importante per noi”.