
Zaniolo, l'Atalanta è l'ultima scommessa: con Gasperini può essere un nuovo De Ketelaere
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Gian Piero Gasperini, vero deus ex machina della formazione nerazzurra ormai da 8 anni, ci è già riuscito: da Ilicic a Scamacca, passando per Zapata, Muriel, Lookman e De Ketelaere, soltanto per citarne alcuni e riservando le nostre attenzioni al reparto d’attacco. Tutti giocatori dotati di un talento cristallino ma da inquadrare in un sistema tattico molto organizzato e con funzioni che si adattino alle esigenze di squadra. Emblematico in tal senso l'esempio più recente fornito dall'attaccante belga, assoluto corpo estraneo nel Milan di Pioli (a livello tattico e caratteriale) e letteralmente rifiorito in nerazzurro grazie ad una collocazione in campo più congeniale e ad una ritrovata serenità nelle giocate.
Zaniolo appartiene a questa categoria, a quelli di calciatori di indiscusse qualità ma incapaci di esprimerle con continuità e in un contesto al servizio del collettivo. Ne abbiamo ammirato sprazzi abbaglianti nei primi mesi della sua esperienza alla Roma, ma prima il doppio grave infortunio al crociato del ginocchio e poi qualche comportamento non in linea lo hanno progressivamente allontanato dai radar dei grandi club e del grande calcio. Le esperienze con Galatasaray e Aston Villa sono state tutt’altro che entusiasmanti in termini di minutaggio e di reale impatto sulle fortune delle squadre.
Occasioni perse di fare quello switch soprattutto mentale che ha finito per precludergli tante occasioni pure con la nostra Nazionale. Roberto Mancini, il ct protagonista dell’azzardo di convocare nazionale con l’Italia addirittura un anno prima del suo esordio tra i professionisti in giallorosso, lo ha avuto a disposizione in appena 13 occasioni; Luciano Spalletti, che puntava su di lui per il 3-4-3 pensato per gli Europei, lo ha schierato in appena 6 partite e ha dovuto rinunciarvi in Germania a causa della frattura del metatarso subito nel finale dell’ultima stagione. Mai come in questo momento, il passaggio all’Atalanta rappresenta per Nicolò Zaniolo una fondamentale sliding door per indirizzare in un senso o nell’altro i suoi sviluppi di carriera: o il definitivo trampolino di lancio, a 25 anni, verso un deciso salto di qualità o l’ennesima occasione perduta di svoltare e scivolare in una sostanziale mediocrità.