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    Laziomania: Baroni ricorda Sarri, è una squadra consapevolmente incosciente

    Laziomania: Baroni ricorda Sarri, è una squadra consapevolmente incosciente

    • Alessandro De Felice
    Una Lazio consapevolmente incosciente. La squadra capitolina dà un segnale forte al campionato vincendo sul campo della prima in classifica e conquistando i primi tre punti in trasferta. Una vittoria nella quale c’è l’essenza e l’identità di Marco Baroni, che nei tre mesi di lavoro ha portato una mentalità e un’attitudine tutta nuova. Questa Lazio accelera, aggredisce, attacca, rischia qualcosina ma viene premiata da un atteggiamento propositivo e dal suo coraggio. A Torino arriva un successo prezioso, che consente ai biancocelesti di risalire la classifica. Una gara che mette in evidenza le qualità di una rosa intercambiabile, in cui alcuni singoli spiccano ma che presenta tanti giocatori che possono rivelarsi importanti nel corso della stagione. Ma soprattutto il carattere di una formazione che vuole sempre dominare il gioco ed essere arrembante, con l'obiettivo di recitare il ruolo di mina vagante in questa Serie A.

    ALL’ATTACCO - A Torino, l’approccio della Lazio alla gara è ancora quello giusto. Avvio dominante e gol nella prima frazione, con il solito Tavares protagonista e vero e proprio uomo in più in questo avvio di campionato. La squadra di Baroni gioca con sfrontatezza in casa del Toro, che non aveva mai perso in campionato, e viene premiata. I biancocelesti sfruttano le corsie esterne e le continue sovrapposizioni dei terzini per creare superiorità numerica, mentre al centro Dia, supportato da Guendouzi, è sempre pericoloso. A proposito, sono già 5 i gol con i biancocelesti dell’ex Salernitana, un vero e proprio fattore in questa prima parte. La scelta di Baroni di inserire ancora una volta 4 attaccanti più Guendouzi sembrava eccessiva, ma alla fine il campo gli dà ragione. L’azione emblematica è quella del secondo gol: sull’affondo di Isaksen ci sono tre possibili battitori in area di rigore avversaria, tutti appostati in area di rigore e pronti a calciare in porta, esecuzione che poi toccherà a Dia. Un segnale evidente di una squadra che va all’attacco e che porta tanti uomini a ridosso della porta avversaria.

    SALISCENDI - Un po’ di sana incoscienza. “Ho anche un po' l’età dell’incoscienza e la trasferisco alla mia squadra” ha dichiarato col sorriso sulle labbra Baroni in conferenza stampa. La sua Lazio si mostra ancora una volta a due volti nel corso dei 90 minuti. Nel primo tempo martella con un pressing asfissiante, verticalizzazioni fulminee e un ritmo incessante, mentre nel secondo prova a gestire il fisiologico calo e la reazione del Torino tenendo i nervi saldi. A differenza di Firenze, questa volta la Lazio riesce a controllare il vantaggio, rischiando la rimonta a più riprese, ma mantenendo il controllo del risultato con spensieratezza. I biancocelesti danno l’impressione di non saper e non voler gestire, ma di cercare costantemente il gol, anche quando le forze vengono meno. Un squadra un po’ immatura sotto questo aspetto, che però cresce in fiducia e viene premiata all’Olimpico Grande Torino.

    ROTAZIONI E QUALITÀ - La buona notizia per Baroni è il gol che Noslin trova dopo 29 secondi dal suo ingresso, al primo pallone toccato. Nella giornata storta di Castellanos, l’ex Verona firma la rete che si rivelerà decisiva per i tre punti, un gol che potrebbe essere la svolta dopo un inizio sbiadito e pieno di difficoltà. Il trittico di gare in trasferta - Firenze, Amburgo, Torino - trasforma da parola a fatti quanto dichiarato a più riprese da Baroni, che utilizza tanti uomini della sua rosa ruotando senza temere alcun contraccolpo. Il tecnico dimostra di contare su tutti, senza rinunciare alla qualità di Dia, che insieme a Tavares offre garanzie in questo momento quasi imprescindibili. La qualità dei due spicca in una squadra fatta da tanti singoli che possono ancora crescere e dare il loro apporto alla causa, offrendo la possibilità a Baroni di scegliere con tranquillità in base al momento, alla condizione e all’avversario. 7 cambi e 6 punti in cascina per Baroni, che tra Amburgo e Torino ottiene risposte importanti dai suoi.

    IDEE CHIARE - La rivincita dell’anti-eroe. Questa Lazio ha le idee chiare, come il suo allenatore Marco Baroni, che senza troppi voli pindarici resta con i piedi per terra e continua a trasmettere la sua filosofia. Un’attitudine offensiva, che ‘costringe’ la squadra a concedere qualcosa di troppo - anche ieri altri due gol subiti - ma che dall’altra parte mostra un’identità ben precisa con un’applicazione incredibile e con grande lucidità e personalità, anche nei momenti più complicati della gara. Nuno Tavares è un motorino perpetuo a sinistra, Dia e Castellanos già si trovano a meraviglia, mentre la coppia Rovella-Guendouzi lavora con grande affiatamento, co il primo che si abbassa lasciando al secondo al possibilità di svariare a tutto campo. Poi il lavoro degli esterni e la possibilità di cambiare nel corso della gara per inserire forze fresche. Una squadra che ha idee chiare e un allenatore che fa del lavoro il suo mantra, senza scendere a patti ma portando avanti la propria filosofia nonostante qualche difettuccio. Una metodologia che ricorda quella di Maurizio Sarri, tecnico amatissimo nell’ambiente biancoceleste e in grado di lasciare un segno nella storia recente del club. “Prima di me ci stava un signore che si chiama Maurizio Sarri, noi ci siamo sgozzati in C2. Lui ha fatto un percorso importante, è normale che io abbia avuto qualche dubbio”. Perplessità che Baroni sta già cancellando grazie al lavoro, a pochi mesi dal suo arrivo sulla panchina biancoceleste.

    MINA VAGANTE - La vittoria di Torino consente alla Lazio di risalire la classifica e portarsi a soli tre punti dalla vetta di una classifica corta, che in queste prime sei giornate ha dimostrato quanto il campionato sia equilibrato e imprevedibile. Dopo la partita contro l’Empoli la Lazio potrà fare i primi bilancio e capire dove può arrivare quest’anno. Certamente la squadra bella e incosciente di Marco Baroni dovrà trovare la quadra dal punto di vista difensivo per fare il definitivo salto di qualità e giocarsi le proprie carte per un posto in Europa. La prima vittoria in trasferta, su un campo difficile come quello di Torino, è un segnale importante, soprattutto dopo la sconfitta episodica di Firenze. La Lazio diverte e piace ai suoi tifosi, ma per fissare l’obiettivo sarà importante capire davvero dove potranno arrivare i nuovi (esclusi Dia e Tavares) e quale livello potranno raggiungere per dare un impatto importante. "Abbiamo giocatori giovani che dovranno sbagliare e io li dorvrò sostenere - ha dichiarato Baroni -. Sono saliti di livello, in una piazza importante dove ci sono dei giocatori di livello importante e quindi piano piano si devono adattare. Gli dobbiamo dare tempo, li metterò in campo perché solo così si cresce”. E se il tempo darà ragione al tecnico e alle scelte della società, allora questa la Lazio potrà davvero continuare a divertirsi e a entusiasmare i suoi tifosi. 

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    cartellino giallo
    cartellino giallo

    se va benissimo questa stagione, arriva quinto

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