Calciomercato.com

  • Juventus, l'accusa a Thiago Motta: i giocatori paralizzati dai suoi schemi, gli esempi clamorosi che fanno discutere

    Juventus, l'accusa a Thiago Motta: i giocatori paralizzati dai suoi schemi, gli esempi clamorosi che fanno discutere

    • Gianluca Minchiotti
    La Juventus non vince più: il terzo pareggio di fila in campionato (il quarto in totale, considerando lo 0-0 con l'Aston Villa in Champions) fa perdere punti ai bianconeri rispetto al treno di testa, che si allontana. Il lato positivo della medaglia è costituito dal fatto che la Juventus mantiene l'imbattibilità, unica squadra nel massimo campionato, ma nell'era dei tre punti alcuni pareggi sono quasi delle sconfitte: e se lo 0-0 in casa del Milan poteva essere considerato un punto guadagnato, le successive X con Lecce e Bologna equivalgono a quattro punti persi, per chi punta a vincere lo Scudetto. 

    Sul banco degli imputati oggi c'è soprattutto Thiago Motta, ieri molto nervoso ed espulso dall'arbitro Marchetti. Quello che colpisce della Juventus e del suo allenatore, in questa fase della stagione, è soprattutto l'incapacità di cambiare registro di partita in partita, e poi nel corso delle partite stesse

    Come ha avuto modo di dire durante il 2-2 con il Bologna il commentatore di Dazn, Valon Behrami, i calciatori della Juventus sembrano più preoccupati di cercare di far bene il compito che stato loro assegnato alla lavagna, piuttosto che provare a risolvere con creatività e fantasia le varie situazioni di gioco che si presentano loro davanti. In sostanza, non si sentono liberi

    Un esempio clamoroso è il modo in cui è stato battuto un calcio d'angolo nei minuti finali della partita con il Bologna, quando i bianconeri erano ancora sotto per 2-1, prima del pareggio di Mbangula. Con quasi tutti i compagni schierati in area in attesa di un pallone alto, e alla ricerca ormai quasi disperata del gol del pari, Koopmeiners e Yildiz hanno battuto un corner corto e quindi giocato la palla all'indietro, tornando fino a centrocampo.

    Un altro esempio che ha lasciato abbastanza interdetti è il modo in cui Danilo ha battuto una rimessa laterale nel primo tempo. La Juventus era sulla trequarti avversaria, in azione d'attacco, e il brasiliano ha rispedito il pallone indietro di 60 metri, facendo ripartire il gioco da Perin.

    Si dirà: con personalità e classe, i giocatori potrebbero assumersi delle responsabilità individuali per giocate che escano dalla rigidità degli schemi. Cosa che, di tanto in tanto, il solo Francisco Conceicao prova a fare. 

    Ma dove inizia la libertà individuale del calciatore in questa Juventus, e fino a dove si spinge l'imposizione di uno spartito tattico? La domanda è vecchia quasi quanto il calcio, e nella storia di questo sport ha visto spesso contrapposti due schieramenti: da una parte quello degli allenatori che antepongono il loro credo a tutto, e lo applicano a prescindere da interpreti e avversari (e Arrigo Sacchi è il campione di questa categoria), e dall'altra gli allenatori che invece adattano di volta in volta il loro calcio a interpreti e avversari (Carlo Ancelotti e Marcello Lippi sono i due esempi virtuosi, l'ultimo Max Allegri invece è la deriva speculativa di questa categoria).

    Al netto della filosofia, in ogni caso, il campo e i risultati ci mostrano una Juventus troppo brutta rispetto alle premesse (e promesse) e alle potenzialità, e questo a prescindere anche dal gran numero di infortuni. E, soprattutto, una Juventus che non sa più vincere. La conseguenza è che Motta e i giocatori, insieme, ora devono trovare soluzioni per uscire da questa impasse.   
     

    Commenti

    (329)

    Scrivi il tuo commento

    ACCIUGA
    ACCIUGA

    giuntoli e' quello di kim kravastelia ma anche di lozano 60 mil, maximovic 40 e di alcaraz,thiag...

    • 1
    • 1

    Altre Notizie