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    Giorgia Meloni, che proposta: niente bocciature a scuola

    Giorgia Meloni, che proposta: niente bocciature a scuola

    • Fernanda Garavini
      Fernanda Garavini
    Durante la convention milanese tenutasi pochi giorni fa, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha presentato i punti del programma di governo del suo partito e uno di questi ha particolarmente colpito: la proposta di imitare il modello inglese degli A-levels. Ma non tutta la destra sembra appoggiare quest’idea. 
    Giorgia Meloni ha lanciato la proposta di una scuola senza più bocciature. Nella visione della leader la scuola “ideale” dovrebbe riprendere il sistema degli “A-levels” britannico con l’introduzione di un meccanismo che, alla fine della scuola secondaria, consenta di valutare il livello di conoscenza raggiunto da ogni studente. Una proposta che sembra destinata a dividere l’opinione pubblica e di cui si è dibattuto a lungo durante la conferenza del partito. 

    Il programma di governo di FdI è contenuto in un opuscolo di una trentina di pagine dove, all’interno del capitolo “Libertà di emergere”, si può leggere la principale novità proposta: al termine dell’ultimo anno di scuola superiore non vi è il rilascio di un diploma, ma un certificato che attesta, in modo accurato, il livello di conoscenza effettivamente raggiunto da ogni studente. 
    Secondo il modello anglosassone, gli studenti iniziano la Primary School (la nostra scuola elementare o primaria) a 5 anni, per poi passare alla Secondary School (equiparabile alla nostra scuola media e parte della superiore) dagli 11 ai 16 anni. Soltanto al termine della Secondary School gli studenti si trovano ad affrontare i loro primi importanti esami per conseguire il titolo accademico denominato GCSE (General Certificate of Secondary Education). Durante il percorso didattico, i ragazzi sono ammessi ogni volta all’anno successivo e alla classe superiore senza esami o promozioni. Quindi solo promossi e nessun bocciato. Le uniche eccezioni riguardano motivi molto gravi come condotte imperdonabili o lunghi periodi di assenza. 

    Il sistema scolastico italiano è profondamente diverso rispetto a quello britannico ed è destinato ad alimentare un vivace dibattito politico e pareri contrastanti. Per questo motivo la proposta di un cambiamento così radicale appare a molti un azzardo. 
    Il primo a dimostrarsi contrario è stato il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso che ha evidenziato come il mondo dell’istruzione debba garantire pari opportunità a tutti, ma sarebbe controproducente appiattire le differenze e promuovere tutti senza tener conto di attitudine, volontà e preparazione. 
     

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