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    Igor dopo Bremer, la scuola brasiliana domina gli attaccanti di Serie A: la Fiorentina si gode il suo colosso

    Igor dopo Bremer, la scuola brasiliana domina gli attaccanti di Serie A: la Fiorentina si gode il suo colosso

    • Redazione CM
    A dire la verità, quando Igor Julio Dos Santos De Paulo è arrivato in Italia, nessuno avrebbe scommesso una fiche sul fatto che sarebbe diventato un centrale tanto forte. Non tanto perché non giocasse bene, quanto perché proprio non giocava in difesa: nella SPAL veniva impiegato sulla fascia sinistra, e si è presentato alla prima partita della stagione 2019-2020 con un assist splendido per Petagna dopo un doppio passo ubriacante in corsia. Per gli estensi non si è poi rivelata un’ottima annata, ma già a gennaio il mercato aveva riservato ad Igor una nuova destinazione, la Fiorentina dell’allora tecnico Beppe Iachini. Un bell’inizio con buone prestazioni da centrale di sinistra contro Ronaldo e Ilicic nelle sfide con Juve e Atalanta, poi più ombre che luci, sia con Prandelli sia con lo Iachini-bis nella stagione cupa della Viola.
     
    RINCORSA – Arriva il 2021-22, arriva Italiano. Igor viene riscattato come da accordi per 5 milioni (viene da sorridere pensando a quanto possa valere ora) e gioca a singhiozzo, figurando qualche volta tra i titolari ma pagando qualcosa rispetto a Martinez Quarta. A noi di CM, a metà settembre, aveva detto “Avrei voluto giocare di più”. Italiano ci lavora, ottiene uno svarione nella sconfitta di Venezia e una gara splendida contro Ibra e il Milan, battuti 4-3 al Franchi a novembre. A Verona, prima della sosta natalizia, Igor e Milenkovic soffrono moltissimo il tridente di Tudor, e così alla ripresa del campionato riecco Quarta. Che però viene asfaltato a Torino dai granata, vittoriosi per 4-0. Da quel momento, Igor è diventato il titolare inamovibile del centrosinistra della difesa viola. Solo una volta non è partito titolare, contro la Lazio a inizio febbraio. Risultato? Immobile scherza Nastasic e la Fiorentina perde 0-3.
     
    ROCCIOSO – A parte quella gara, dopo il Toro a inizio anno la Fiorentina ha raccolto appena due sconfitte, tre pareggi e ben 7 vittorie, cinque delle quali senza subire gol, quattro per 1-0 (Atalanta, Bologna, Empoli, Venezia). Igor, marcatore a uomo designato per i bomber avversari della Fiorentina, è riuscito a non far segnare praticamente tutti gli attaccanti che ha affrontato: da gennaio ad oggi ce l’hanno fatta solo Joao Pedro, Defrel e Osimhen – comunque controllato alla grande per 90 minuti, come Bremer-Immobile ieri in Lazio-Torino – mentre non ce l’hanno fatta Boga, Scamacca, Vlahovic in Coppa Italia, Simeone, Arnautovic, Pinamonti, Dzeko, Lautaro Martinez ed Henry. Una crescita esponenziale che ha permesso, di fatto, alla sua squadra di sopperire, subendo meno gol, alla diminuzione dei gol segnati dovuta alla partenza dello stesso Vlahovic in direzione Torino, sponda bianconera. E mercoledì è in programma il secondo round tra i due, reso incandescente dalle parole di Igor: “Rinnovo? Io non sono quel giocatore che dice che firmerà e poi non lo fa”. Se non è una frecciata questa…
     
    FUTURO – Rinnovo, appunto. Il contratto di Igor scade nel giugno 2024. A gennaio c’era stata l’offerta del Krasnodar dalla Russia, ma la scelta di restare a Firenze si è rivelata vincente. E adesso il club viola vuole blindarlo al più presto, anche se dal suo entourage non si percepisce particolare fretta in tal senso. Dopo la fine del campionato, e dunque dopo il terzo round con Vlahovic all’utima di campionato, le parti discuteranno un eventuale prolungamento dell’accordo. Tra Milenkovic (scadenza 2023) e Igor, la difesa viola rischia di essere presa d’assalto nel giro di qualche mese.
     

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