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Italiano ha cancellato Vlahovic: la Fiorentina segna meno ma vince di più. E con questo Cabral...
MEGLIO SENZA DUSAN - Tutto ciò viene confermato dai numeri: la grande vittoria contro il Napoli per 3-2 è la terza nelle ultime 4 partite (nel mezzo il pareggio arrivato a San Siro contro l’Inter). Da febbraio, sono arrivati 18 punti in 10 partite (media di 1.8), un rendimento addirittura superiore a quando c’era Vlahovic (35 punti in 21 partite, media di 1.66). I viola si ritrovano settimi a 9 punti dal quarto posto (occupato proprio dalla Juventus) ma con una partita da recuperare (in casa contro l’Udinese). La stessa posizione e gli stessi punti che la distanziavano a gennaio. Il numero dei gol è diminuito nonostante l’ottimo avvio di Krzysztof Piatek e questo depone ancora più a favore dell’allenatore, in grado di saper adattarsi al nuovo contesto e vincere partite senza subire gol, come avvenuto contro l’Atalanta, l’Empoli e il Bologna. L’obiettivo Europa è più vivo che mai.
FINALMENTE CABRAL - A far dimenticare Vlahovic non ci sono solo i risultati ma anche la prestazione nell’ultima partita di Arthur Cabral, che dopo un avvio difficile - e non poteva essere diverso visto che arrivava da un altro campionato e aveva il peso di sostituire il serbo - è riuscito contro il Napoli a segnare il gol che ha chiuso il match. Un gran gol, fatto non solo di potenza fisica ma anche di tecnica per come piazza il pallone sull’angolo lontano. Italiano lo ha aspettato, inserendolo gradualmente negli schemi della sua squadra per poi scommetterci nel momento giusto. Ed è ora il momento, adesso che la Fiorentina si gioca un posto in Europa e, chissà, magari la finale di Coppa Italia facendo lo scherzetto proprio a chi qualche mese fa se n’è andato.