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    Che fine ha fatto? Jan 'Dino' Koller, il gigante buono più amato dei videogiochi

    Che fine ha fatto? Jan 'Dino' Koller, il gigante buono più amato dei videogiochi

    Il "Che fine ha fatto?" di oggi è dedicato ad uno dei calciatori più alti di sempre, il massimo realizzatore della nazionale della Repubblica Ceca, l'attaccante Jan Koller, soprannominato "Dino" lungo tutto il corso della sua carriera. Il perchè di questo soprannome è semplice: ai tempi dello Sparta Praga, negli anni dal 1994 al 1996, il film più in voga nella capitale boema era "Jurassic Park". Fu Koller stesso a spiegare: "Sapete, i dinosauri sono enormi, ed io sul campo da calcio ero sempre il più grosso. Dunque presero a chiamarmi "Dino" e quel nome mi rimase". Già da questo particolare si può comprendere come la carriera di Koller sia stata particolare rispetto a quella di tanti altri giocatori: ciò non gli ha impedito di essere il miglior calciatore ceco per un lungo periodo, e il miglior marcatore della nazionale, con 55 reti. Perchè i gol Jan li ha sempre fatti, ovunque.

    PORTIERE DI HOCKEY SU GHIACCIO - Nato nel 1973 in un piccolo paesino della Boemia meridionale, Jan comincia sin da piccolo a giocare a pallone e ad hockey su ghiaccio, i due sport più in voga a quei tempi tra i suoi coetanei. Fin da bambino è dotato di un fisico incredibile, che lo porterà, da grande, ad essere alto 202 cm per 105 kilogrammi, senza però mai perdere l'agilità e la rapidità nei movimenti, tanto da diventare un centravanti potente ed acrobatico. Cresce in una famiglia della media classe ceca, e trascorre periodi duri a causa del regime comunista vigente all'epoca: dichiarerà in seguito di aver conosciuto solo con la maggiore età prodotti come la Coca Cola o le banane. Fino ai 20 anni preferisce dedicarsi all'hockey su ghiaccio, sport in cui giocava da portiere ma in cui non riesce a sfondare. Si distingue però anche nel calcio, militando insieme al fratello nel club della sua città, allenato dal padre, tanto che a quell'età arriva la fatidica chiamata: lo vuole lo Sparta Praga, il club più famoso e vincente della nazione, stragato da quel gigante prolifico e dinamico.

    MAGLIA SPARTA, CUORE BOHEMIANS - Tutti i ragazzi cechi sarebbero entusiasti di questa notizia, Jan no: è infatti un gran tifoso degli acerrimi rivali dei granata, il Bohemians 1905, una volta Bohemians Praga, club storico della capitale dove militò, tra gli altri, Panenka. Naturalmente accetta, ma senza grande entusiasmo, tanto da dichiarare in seguito: "Il mio sogno era di diventare un calciatore professionista, ma mai dello Sparta Praga". Nl club granata disputa solo due stagioni, senza convincere appieno: tanta panchina, 29 presenze e solo 5 reti. Meglio cambiare aria, visti anche i problemi con i compagni di squadra, e accettare un'offerta proveniente dal Belgio, in particolare dal Lokeren, club fiammingo che gli offre tre settimane di prova: dopo un periodo di adattamento dovuto alla difficoltà della lingua, Koller inizia a convincere e conquista il posto da titolare.

    ESPLOSIONE BELGA - Nella prima stagione segna solamente 8 gol, l'anno successivo 11, il terzo anno ben 24 da capocannoniere, tanto da passare nel 1999 nella più famosa squadra belga, l'Anderlecht, dove continua a fare quello che sa fare meglio: gol, nel primo anno sono 20, quello successivo 22. Con i biancomalva esordisce anche in Champions League, andando a segno all'Old Trafford, nel match perso per 5 a 1 contro il Manchester United. Vince due titoli nazionali, battendo lo Standard Liegi, club che aveva provato ad ingaggiarlo dal Lokeren. Il 2000 è un anno d'oro per Koller: capocannoniere, "Pallone d'oro" belga e miglior calciatore ceco della stagione. Nonostante ciò tutta questa fama lo infastidisce, tanto da decidere di cambiare aria, soprattutto per alcuni "scoop" poco gentili da parte dei giornalisti belgi riguardo alla sua signora. L'occasione che gli si presenta è ghiotta: lo vogliono infatti a Dortmund, per giocare nel Borussia, uno dei club più vincenti di Germania.

    DECISIVO A DORTMUND, IN NAZIONALE E A PES - Koller gioca in maglia giallonera per ben 5 stagioni, segnando sempre un discreto numero di gol: nella prima stagione vince il campionato grazie ai suoi gol, a quelli di Márcio Amoroso e alle giocate di Tomáš Rosicky. Partecipa alla Champions League e alla Coppa Uefa di quell'anno, dove il Borussia elimina il Copenaghen, il Lille, lo Slovan Liberec e il Milan, perdendo in finale contro il Feyenoord. Nella seconda stagione Koller segna 7 gol in Champions League e la sua squadra viene eliminata al secondo girone. Il fisico possente gli permette di proteggere efficacemente il possesso della palla, fungendo da vera e propira agire da "boa" in favore dei compagni: caratteristica che gli consente di diventare devastante in coppia con Amoroso nei gialloneri, e con Milan Baros in nazionale, realizzando tantissime reti ma fornendo anche parecchi assist. Nel videogioco calcistico "Pro Evolution Soccer" non c'è ragazzo che non voglia accaparrarsi quello "spilungone calvo", re dei cieli: ogni pallone alto è suo, ogni corner è un potenziale gol. Purtroppo nel 2005, a causa di un infortunio grave che non gli consente di giocare più di nove partite all'inizio del campionato e dei problemi finanziari dei gialloneri, Koller lascia Dortmund per passare al Monaco, in Francia, dove però non si ambienta. Dopo una stagione infruttuosa al Norimberga, in Germania, Jan rinasce in Russia, nel Kryl'ja Sovetov Samara: 16 reti in due anni, prima del canto del cigno, nei francesi del Cannes, prima di ritirarsi a 38 anni, dal calcio professionistico. In 10 anni di Nazionale colleziona 55 gol in 91 partite, diventando il maggior goleador della Repubblica Ceca, con compagni del calibro di Nedvěd, Poborský, Šmicer, Rosický e Baroš: nel 2004, agli Europei in Portogallo, sua Nazionale perde in semifinale con la Grecia, a causa del gol di Traianos Dellas.

    JAN OGGI - "Dino" oggi continua a dilettarsi con il pallone: è infatti uno dei capisaldi della nazionale ceca di beach soccer. Ricorda con piacere i trascorsi nel grande calcio, e spera ancora di poter realizzare il suo grande sogno: giocare una partita con i Bohemians, la squadra che tifa sin da bambino. E probabilmente ce la farà: già, perchè nulla è impossibile per un uomo di 202 centimetri diventato il più grande attaccante della sua nazione. E non solo in senso letterale.

    Alessandro Di Gioia
    @AleDigio89

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