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    Napoli, McTominay: "Chi ha detto che la Serie A è inferiore alla Premier?" E racconta la scoperta dei pomodori

    Napoli, McTominay: "Chi ha detto che la Serie A è inferiore alla Premier?" E racconta la scoperta dei pomodori

    • Federico Targetti
    Scott McTominay, centrocampista del Napoli arrivato la scorsa estate dal Manchester United, ha parlato a The Athletic, a cominciare dai suoi ricordi in maglia Red Devils

    "Quando sono entrato in prima squadra, mi sentivo in una posizione sbagliata in campo. Non era colpa di nessun allenatore. I miei punti di forza sono sempre stati entrare in area di rigore, segnare, creare problemi agli avversari. Ma sono stato usato come mediano, o come difensore centrale, e questo non è mai stato il mio vero ruolo. Ma quando giochi per il Manchester United e hai 20 anni, non puoi bussare alla porta del tecnico e dire che ti aspetti di giocare da numero 8 superando Pogba. Non è realistico. Devi imparare e fare quello che ti viene chiesto. Nelle ultime stagioni, ho iniziato a entrare un po’ di più in area, a segnare più gol, e poi l’anno scorso è stata la mia miglior stagione".

    SEMPRE PROTAGONISTA - "Ingaggiavano sempre qualcuno che poi non era quello che necessariamente la gente si aspettava che fosse. La mia mentalità era che ero sempre lì, pronto a cogliere la mia opportunità. Ho sempre voluto dimostrare il mio valore, dimostrare che potevo giocare ogni partita. È il Manchester United. Devi essere pronto. I tifosi altrimenti non ti tollerano. Ho avuto la fortuna di giocare 250 partite, di vincere la Carabao Cup e la Fa Cup, ma avrei voluto vincere di più".

    COM'E' ARRIVATO A NAPOLI - "Le cose si stavano complicando a Manchester. Non sapevo cosa stesse succedendo esattamente. La gente deve stare attenta quando dice che l’Italia o la Spagna non sono alla pari della Premier League. Fisicamente e tatticamente, ho avuto alcune partite più difficili in Serie A".

    ITALIA - "Ho sempre voluto imparare un’altra lingua. Ed è importante che i tifosi mi vedano abbracciare anche la cultura. La città è incredibile. Dobbiamo dimostrare di essere legati sia alla cultura che alla città di Napoli, oltre a giocare bene".

    I POMODORI - "Non li ho mai mangiati a casa mia, dove sono “acqua rossa”. Qui, in realtà, hanno il vero sapore dei pomodori. Ora li mangio come spuntino". 
     

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