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    Karlsson, da gioiello a meteora nel Bologna: ora può stare fuori dalla lista Champions

    Karlsson, da gioiello a meteora nel Bologna: ora può stare fuori dalla lista Champions

    • Alessandro Mossini
    È stato il presunto fiore all’occhiello della campagna acquisti della passata stagione, ha passato un anno praticamente in naftalina e anche nel nuovo Bologna di Italiano sta terribilmente faticando a imporsi. Lui è Jesper Karlsson, esterno svedese che i rossoblù acquistarono dall’Az Alkmaar nell’estate 2023: è stato fin qui l’unico flop di Giovanni Sartori a Bologna e non se lo aspettava nessuno, considerando anche che al dirigente arrivarono i complimenti da alcune big italiane al momento dell’annuncio. Lo seguivano in tanti, lo volevano tutti questo funambolo da 46 gol e 33 assist in 124 partite all’Az Alkmaar, compreso un doppio confronto di Conference League in cui eliminò la Lazio quasi da solo. Eppure, a Bologna quel giocatore - acquistato per 11 milioni più una percentuale sulla rivendita - non si è mai visto.
     
    L’UNICO REFRATTARIO AL MOTTA-BALL - O meglio, si è visto per una partita e mezzo: nella squadra di Motta, debutta contro il Cagliari e dopo cinque minuti smonta l’incrocio dei pali con un destro da 25 metri. A Verona, nella gara successiva, costringe Montipò a due paratissime con altrettanti siluri da lontano. Poi, il buio più totale. Thiago Motta lo relega in panchina per 4-5 gare, specie con Saelemaekers tornato a disposizione, poi il resto lo fa un problema al collaterale che lo costringe ai box due mesi: torna con il Bologna che vola, l’attuale tecnico della Juventus non lo vede e non gradisce nemmeno alcune pressioni per impiegarlo, specie uno striscione arrivato dalla curva rossoblù. 28 minuti in tutto il girone di ritorno, 20 dei quali nell’ultima gara sul campo del Genoa a Champions già in tasca: un feeling tecnico mai nato, perchè lo svedese apparentemente non è il giocatore di sistema che piace a Motta, non è particolarmente dedito ai rientri difensivi e si rivela troppo leggerino, specie rispetto ai tre esterni alternati nello scorso campionato, ovvero Orsolini, Saelemaekers e Ndoye.
     
    SPERANZE, INFORTUNI E DELUSIONI - Nuovo allenatore e nuove speranze per Karlsson, che con l’arrivo a Bologna di Vincenzo Italiano poteva sperare di rinascere come una fenice: in fondo, proprio la Fiorentina di Italiano a gennaio 2024 chiese informazioni a Casteldebole sullo svedese, considerato un esterno molto utile per il gioco di Italiano, ma prese picche. Il quadro attuale, però, non è mutato gran che: nel ritiro di Valles una distorsione alla caviglia - leggerino, il ragazzo - lo spedisce ai box per quasi 20 giorni, poi a Napoli il problema muscolare a Ndoye lo riporta sui radar. Mezz’ora per provare a riprendersi il Bologna, magari anche per mostrare a Motta che si era sbagliato: è andata al contrario. Trenta minuti di dribbling tentati, accennati e passaggio all’indietro senza mai saltare l’uomo. Certo, c’è l’alibi degli acciacchi ma il tempo degli alibi per Karlsson a Bologna sta finendo: in questa stagione deve diventare perlomeno un giocatore da rotazione costante e continua, se non proprio un titolare.
     
    RISCHIA LA CHAMPIONS? - L’infortunio grave di Cambiaghi costringe lo svedese a fare un passo in avanti, a maggior ragione in queste giornate ancora contraddistinte dal viavai del mercato. E i segnali di sveglia a Karlsson non mancano: dopo il k.o. dell’ex empolese, il Bologna non ha preso un esterno sinistro ma ben due: l’argentino Dominguez, classe 2003 dal Gimnasia, e Iling-Junior, bocciato in pochi giorni da Emery all’Aston Villa dopo il trasferimento estivo dalla Juventus nell’affare Douglas Luiz. Un segnale evidente della ricerca di alternative, che senza segnali immediati da parte dello svedese può portare anche ad un’esclusione dalla lista Champions: al momento c’è un giocatore che deve rimanere fuori e saranno due quando il Bologna chiuderà il difensore centrale che cerca senza risultato ormai da 45 giorni. Il posto di Karlsson per la Uefa è ballerino, il Bologna crede ancora in lui ma vuole i fatti dopo un anno di mancata crescita: con Ndoye non al meglio, con l’Empoli può essere già un banco di prova decisivo per tenersi stretto un ruolo primario in rossoblù. 
     

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